IN ITALIA CI SONO 1.800 TASSE E 73 DETRAZIONI APPOGGIATE DA VARIE LOBBIE
DEDUZIONI E DETRAZIONI RAPPRESENTANO UNA TORTA DA 85 MILIARDI DI EURO…DIETRO SI MUOVONO INTERESSI POLITICI, SINDACALI E INDUSTRIALI: CON QUESTA CIFRA SI FINANZIEREBBERO QUATTRO RIFORME FISCALI, MA NESSUNO CI METTE MANO
Gli italiani sono soggetti a ben 1800 tasse, dalle più note a quelle più insignificanti: un record mondiale che testimonia come nel nostro Paese si succhiano quattrini al contribuente in ogni modo e in qualsiasi occasione. Abbiamo istituito un ministero alla semplificazione, ma evidentemente non è idoneo a semplificare le imposte fiscali, forse solo quelle delle finestre di casa Calderoli.
In realtà un governo serio avrebbe dovuto, come prima cosa, dedicarsi almeno all’accorpamento delle maggiori imposte e allo sfoltimento di quelle inutili.
Siamo invece a dibattere dopo due anni se si possono o meno applicare le due aliquote preannunciate dal premier, salvo poi dichiarare il giorno dopo che non è possibile adottarle.
Tremonti ieri è stato ancora più chiaro: se ne parlerà entro il 2013, ovvero a scadenza del mandato del governo, quindi mai.
Ma a fronte di queste 1.800 tasse, gli italiani usufruiscono di ben 73 deduzioni o detrazioni che occupano 22 pagine di istruzioni nel modello Unico e anche del Mod 730.
Soffermiamoci su queste, quelle che a qualcuno permettono di pagare di meno, deducendo determinate spese.
Si va dalla deduzione dei contributi previdenziali o dell’assegno del coniuge separato alla detrazione degli interessi sui mutui, ma anche per eventi sismici di decine di anni fa.
Ci sono l’iscrizione dei ragazzi alle associazioni sportive, i contributi associativi ad onlus ed enti dello spettacolo, “erogazioni liberali in favore dello Stato, enti pubblici territoriali, enti e comitati per attività culturali e artistiche”.
E ancora le assicurazioni sulla vita, “per l’acquisto di motori ad alta efficienza”, per l’acquisto di mobili e frigoriferi di classe A, per il recupero del patrimonio edilizio di “box pertinenziali” o “immobili ristrutturati”, per la riqualificazione energetica.
Ci sono poi le detrazioni mirate che mascherano contributi a partiti o sindacati, quelle per onlus e Ong, fino alle “somme ai dipendenti impegnati presso uffici o comitati elettorali” o alle “associazioni di promozione sociale”.
Uno sconto fiscale non si nega nè a chi finanzia la Biennale di Venezia o l’ospedale Galliera di Genova, nè ai beneficiari delle borse di studio assegnate a Trento e Bolzano.
Una giungla di privilegi e benefici, retaggio della Prima Repubblica, ma che le successive si sono ben guardate dall’eliminare, anzi.
Siamo di fronte a un consociativismo lobbistico e sindacale che si insinua persino nei decreti milleproroghe.
Eppure quanto costano allo Stato queste deduzioni?
Nel 2008 le deduzioni e le detrazioni hanno rappresentato una torta di 85 miliardi di euro.
Una somma enorme con la quale si sarebbero finanziate 4 riforme fiscali a due aliquote, come avrebbe voluto Berlusconi.
Ma dietro a queste cifre si celano interessi pesanti, politici, sindacali e confindustriali per le detrazioni da lavoro dipendente, dei costruttori e installatori per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica, di banche e assicurazioni per mutui e polizze, delle case farmaceutiche per gli scontrini su medicinali e per i produttori di occhiali.
Così ci troviamo all’assurdo che di fronte a una pressione fiscale del 45%, di fronte agli italiani che vorrebbero una riduzione delle tasse e una razionalizzazione delle stesse, non si abbia il coraggio di mettere mano a una materia che richiede poche tasse e poche detrazioni.
Se queste ultime fossero solo che dimezzate, si recuperebbe la metà di 85 miliardi annui, e con 42 miliardi poi si potrebbe ridurre la pressione fiscale di diverse unità in percentuale a scaglioni, a cominciare dalle categorie più deboli. Ma le imposte non si riducono anche per non toccare certi privilegi politico-imprenditoriali: inutile fare promesse se non si ha il coraggio di eliminare la malapianta del clientelismo e delle varie caste di potenti che condizionano i governi.
Leave a Reply