IN PORTOGALLO DAL GENNAIO 2024 NON SARANNO PIÙ IN VIGORE LE ESENZIONI FISCALI PER I “RESIDENTI NON ABITUALI”, IL PREMIER SOCIALISTA ANTONIO COSTA: “È UNA MISURA INGIUSTA E INGIUSTIFICATA”
MA FABRIZIO DEL NOCE E GLI ALTRI 3.500 ITALIANI NEL PAESE POSSONO STARE TRANQUILLI: LO STOP NON È RETROATTIVO… ORA LE METE PIU’ VANTAGGIOSE SONO LA GRECIA DOVE SI PUO’ SFRUTTARE LA FLAT TAX AL 7% PER DIECI ANNI E CIPRO, PAGANDO UN’ALIQUOTA MASSIMA DEL 5%
Sfuma il sogno di una pensione d’oro e defiscalizzata al sole dell’Algarve. Il primo ministro Antonio Costa ha deciso che il Portogallo, a partire da gennaio 2024, non sarà più il Paradiso senza tasse per i senior europei. E tra questi ci sono molti italiani, più o meno famosi.
Mantenere l’esenzione fiscale, ha detto il premier socialista, «equivarrebbe a prolungare una misura di ingiustizia fiscale ingiustificata e sarebbe un modo indiretto per continuare ad aumentare i prezzi nel mercato immobiliare». Per la serenità di chi ha già conquistato lo status di «residente non abituale» (con obbligo di vivere almeno sei mesi all’anno, anche non continuativi, nel Paese) Costa ha però precisato che la misura non sarà retroattiva.
La decisione era nell’aria da tempo. Il governo aveva dato una prima stretta nel 2020, eliminando l’esenzione totale introdotta undici anni prima per attirare capitali stranieri ed introducendo un’aliquota del 20% per professionisti e nomadi digitali e del 10% per i pensionati, per un periodo complessivo di dieci anni. Poco o nulla rispetto alla tassazione di molti Paesi europei, quindi la transumanza di teste argentate è continuata, soprattutto da Italia e Francia.
Secondo i dati Inps, oltre 3.500 nostri connazionali in pensione (su un totale di circa 10.000 stranieri) hanno scelto di trasferirsi a Lisbona, Porto o in Algarve. Tra questi, imprenditori, giornalisti e anche qualche semplice impiegato che ha potuto comprare casa in Lusitania grazie ai bassi tassi d’interesse dei mutui.
L’«invasione della Terza età», assieme all’esplosione degli affitti turistici brevi, ha provocato un’impennata dei prezzi degli immobili. Tra il 2012 e il 2021, ha certificato uno studio della Fondazione Francisco Manuel dos Santos, il costo degli alloggi è cresciuto del 78% in Portogallo, rispetto al 35% medio dell’Unione europea.
Il governo ha detto stop con una serie di misure: affitto obbligatorio degli appartamenti sfitti da più di due anni nelle zone più popolate e con maggiore carenza di alloggi, tasso del mutuo ridotto per due anni per quasi un milione di famiglie in difficoltà, blocco dell’aumento degli affitti al 2% annuo e stop ai «visti d’oro».
I governi di Lisbona e Roma sottoscrissero nel 1976 un regime di «non doppia imposizione fiscale» — come avviene per altri Paesi europei — per cui i pensionati «espatriati» pagano le tasse solo in Portogallo, beneficiando al contempo di un costo della vita molto più basso rispetto all’Italia. «In Portogallo sto benissimo. In Italia c’è una politica punitiva per i pensionati, io non rubo a nessuno», aveva dichiarato l’ex deputato di Forza Italia e direttore Rai Fabrizio Del Noce, durante la trasmissione L’aria che tira su La7 alcuni anni fa.
(da Il Corriere della Sera)
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