IN SARDEGNA PIU’ CHE IL PDL HA VINTO CASINI ED E’ CROLLATO IL PD
DA UNA ATTENTA ANALISI DEI DATI, RISPETTO ALLE POLITICHE DEL 2008, EMERGE CHE IL PD HA PERSO IL 12% DI CONSENSI, IL PDL L’ 11,5%… NON COMPENSATI DALLA LISTA DI DI PIETRO ( +1,1%) E DA QUELLA DEI RIFORMATORI SARDI (+7%)… IL CENTRODESTRA HA VINTO GRAZIE ALLE ALLEANZE, IN PRIMIS QUELLA CON L’UDC CHE HA RACCOLTO IL 9,31% DEI VOTI
La Sardegna si è liberata di Soru, e questo è già qualcosa. Dal cappello a cilindro, per evitare che le componenti del centrodestra sardo si azzannassero e pregiudicassero una probabile vittoria, Silvio è riuscito a far emergere un ennesimo figlio di un suo commercialista che ha messo d’accordo tutti. Poco politico forse, ma di stretta osservanza.
Il resto lo ha fatto Berlusconi esponendosi in prima persona e facendo dell’elezione del Cappellacci anti-Soru la madre di tutte le battaglie.
Qualcuno che gufava contro è stato sistemato e il premier ha raccolto l’ennesima vittoria personale. Quanto al Pdl, le cose stanno diversamente, se si va un poco oltre l’enfasi della battaglia.
Prima constatazione: il Pd è crollato, trascinando il povero Veltroni sulla china della disfatta e delle conseguenti dimissioni. Il partito da lui disegnato non ha soddisfatto nessuno, nè lo stomaco dell’elettore di sinistra che ha mal digerito una svolta moderata e l’ennesimo cambio di nome e di linea politica, nè il cervello dell’elettore moderato e cattolico che non ama andare a ruota di una componente egemone troppo schierata a sinistra.
A metà del guado si finisce per perdere dal tappo e dalla spina e così è stato: il Pd, che alle scorse politiche aveva preso, un anno fa, il 36,2% dei voti è sceso al 24,4%.
Questo 12% non è stato recuperato da Di Pietro che è salito solo dal 4 al 5,1%.
La coalizione di partiti che sosteneva Soru alla fine ha raggiunto il 38,46% contro il 40,2% delle ultime politiche ( con le briciole che hanno raccolto Rifondazione, Rosso Mori, Comunisti Italiani e La Sinistra).
Dall’altra parte la coalizione di Centrodestra ha preso il 56,84% di voti come somma di partiti (rispetto al 43,1% delle politiche), ma con l’apporto di molti nuovi partiti alleati.
Se, infatti, guardiamo ai risultati del Pdl ( e pochi l’hanno fatto) si nota che anche qua c’e’ stato un crollo vistoso, passando dal 42,4% delle ultime politiche al 30,76% delle regionali. Più o meno quello registrato dal Pd.
In questo caso la Lista d’appoggio “Riformatori sardi” ha parzialmente coperto il vuoto con il suo 7,07% di consensi.
Diciamo piuttosto che è stata fondamentale, per il successo di Cappellacci la nuova alleanza elettorale con il Partito Sardo d’Azione ( 4,33%), il Nuovo Psi ( 3,26%), l’Mpa sardo ( 2,09%) e soprattutto con l’Udc di Casini che ha preso ben il 9,31% ( rispetto al 5,6% delle politiche).
Un apporto in totale del 18% circa che è stato determinante.
Senza una politica di alleanze locali nessuno avrebbe fermato la riconferma di Soru che ha perso per un 9% di voti.
Alleanze che, Riformatori sardi a parte, ha portato il 18% di consensi in più.
A destra si brinda come se si fossero vinti i mondiali, ma la matematica non è un’opinione. Onore a Silvio che ci ha messo la faccia, rischiando di brutto e limitando i danni.
Ma se non si fossero verificate due circostanze, crollo del Pd e alleanze intelligenti con Udc e liste autonomiste, ora i media sarebbero a glorificare l’impresa del fondatore di Tiscali.
Quanto sopra evidenzia che il clima nel Paese non è affatto quello di “vento in poppa” per il Centrodestra, ma di flessione di quasi il 12%.
Se questo 12% di sardi non rimette, dopo 12 mesi, una croce sul simbolo con scritto “Berlusconi presidente” un motivo ci sarà .
Se preferisce altre liste di centrodestra vuol dire che vuole differenziarsi e lanciare un segnale.
Se poi vogliamo far finta di nulla e non porci qualche interrogativo, ognuno è ovviamente libero di farlo.
La leadership di Silvio e l’accordo con Casini hanno evitato una sconfitta, ma il campanello di allarme è suonato.
Forse qualcuno farebbe bene a togliersi i tappi dalle orecchie. Non si può sempre vincere confidando nella “confusione mentale” in cui versa il centrosinistra e nella debolezza altrui.
Ogni tanto guardiamo un po’ in casa nostra…
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