IN VATICANO NON SONO PIACIUTE LE REAZIONI SCOMPOSTE DELLA COMUNITÀ EBRAICA ALLE PAROLE DI BERGOGLIO SULLA GUERRA IN MEDIORIENTE. IL PONTEFICE HA “OSATO” DIRE: “BISOGNA INDAGARE PER DETERMINARE SE CIÒ CHE STA ACCADENDO A GAZA È UN GENOCIDIO”
COME SI FA A SCAMBIARE PER ANTISEMITISMO UNA LEGITTIMA OSSERVAZIONE CRITICA DI FRONTE AL MASSACRO IN CORSO? COME PUÒ TACERE DI FRONTE A 45MILA MORTI?
L’infallibilità papale è un dogma per i cristiani, non lo è per gli ebrei. Ciò nonostante, al pontefice bisognerebbe portare rispetto pur professando una fede diversa.
Le sue parole sulla guerra in Medioriente (“A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”) hanno innescato reazioni scomposte da parte della comunità ebraica.
Edith Bruck, scrittrice sopravvissuta ai lager nazisti, si è spinta addirittura a censurare Bergoglio: “Il Papa ha sbagliato. È stato superficiale. È sbagliato usare la parola ‘genocidio’ con questa facilità, mi chiedo se il Papa e i suoi collaboratori si siano resi conto della pesantezza di questa affermazione. La shoah è il vero genocidio”.
Ruth Dureghello, ex presidente della Comunità ebraica di Roma, oggi ci ha messo il carico: “Le parole del pontefice sono insidiose, perché legittimano una propaganda anti-israeliana che ha effetti reali sull’aumento dell’antisemitismo”.
In realtà, la posizione di Papa Francesco non ha nulla a che vedere con l’antisemitismo, ma è una legittima osservazione critica di fronte al massacro in corso a Gaza. Porre un dubbio, chiedendo un approfondimento sulle morti nella Striscia, non vuol dire equiparare le bombe israeliane alle camere a gas.
Il Papa ha sempre riconosciuto il diritto all’autodifesa di Israele, ma non resta indifferente di fronte alla durezza di Netanyahu e alle decisioni militari del suo Governo. Come può la più alta autorità morale del mondo tacere di fronte ai 45mila morti palestinesi, di cui solo una minima parte terroristi?
Come si fa a tacciare per antisemitismo la legittima domanda di chi si chiede: c’è una proporzione tra i 1200 morti nel brutale attentato di Hamas del 7 ottobre 2023 e le decine di migliaia di cadaveri a Gaza totalmente distrutta?
Quello che Bergoglio ha chiesto è di indagare se dietro la irremovibile fermezza di Netanyahu non ci sia un disegno di “genocidio”, cioè, secondo la definizione dell’Onu, “gli atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso”.
In ogni sua omelia, Papa Francesco chiede la pace in Palestina e in Israele, riconoscendo implicitamente il diritto di entrambi ad esistere e a co-esistere. Le critiche arrivate al Pontefice evidenziano un nervo scoperto nella comunità ebraica italiana e internazionale che spinge a scambiare per antisemitismo legittime critiche al Governo di Israele.
(da Dagoreport)
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