IN VENETO SCOPPIANO I VERI “CASINI”: ORA LA LEGA NON VUOLE BERLUSCONI NEL SIMBOLO DELLA COALIZIONE
IL NOME DEL PREMIER “FA PERDERE VOTI”: MA NON ERANO I LEGHISTI “GLI ALLEATI FEDELI”?…. LITE SUL SIMBOLO UNITARIO DA AFFIANCARE AL NOME DI ZAIA…METTETECI L’IMMAGINE DELLA PISCINA DELLA VILLA DI ZAIA, POTREBBE ESSERE UNA SOLUZIONE UNITARIA
La notizia è che la Lega non vuole la parola “Berlusconi” nel simbolo della coalizione, sia in Veneto che in Piemonte, dove sono candidati presidenti i leghisti Zaia e Cota.
Dopo mesi di incontri intimi ad Arcore per i lunedì da “lingua in bocca” tra Silvio e Umberto, dopo i giuramenti di fedeltà alla causa del centrodestra, ecco che, come la Lega è riuscita a estorcere coi ricatti due candidature pesanti, comincia a giocare solo per se stessa.
Ritenendo dannosa la presenza del nome del premier nel simbolo della coalizione che appoggia i loro candidati, in quanto potrebbe sottrarre voti alla Lega.
D’altronde due note personalità come Zaia e Cota non hanno certo bisogno del traino del premier: il primo è noto ormai per le marchette fatte ai produttori di parmigiano reggiano e al mondo dell’ippica, il secondo, oltre che per essere stato trombato come candidato sindaco a Novara a suo tempo, per fare brutte figure in Tv quando dimostra tutta la sua pochezza nei dibattiti.
Ma veniamo al motivo del contrasto di queste ore, che dimostra che i “casini” veri nel Pdl non li crea in fondo Pier Ferdinando, ma altri arroganti soggetti. Nella scheda elettorale per le Regionali i cittadini troveranno a sinistra i simboli dei vari partiti di una coalizione e a destra il nome del candidato presidente scelto in comune.
Accanto al nome di tale candidato vi sarà il simbolo della coalizione che lo appoggia.
Nel caso specifico del Veneto e del Piemonte si pensava a un tondo diviso a metà : sopra il Pdl, sotto la Lega.
Il rischio quale sarebbe?
Intanto che l’elettore pensi sia sufficiente votare il candidato presidente e il simbolo della coalizione e non apponga poi la croce anche sulla sinistra, scegliendo tra i vari partiti.
Il secondo (temuto dai leghisti) che il nome di Berlusconi nella parte superiore del tondo, riservato al Pdl, induca l’elettore a votare Pdl anche a sinistra della scheda, oscurando la Lega.
Per loro l’ideale sarebbe un simbolo neutro, non vogliono neanche un riferimento a Zaia, ad esempio, perchè c’è il rischio che uno voti solo quel simbolo di coalizione e poi non voti la Lega a sinistra della scheda.
E dato che la Lega, grazie al regalo del Pdl, punta a diventare il primo partito, sorpassando il Pdl genuflesso, valgono anche i giochi sporchi.
Non a caso in Piemonte nei primi manifesti ufficiali del candidato leghista Cota la parola “Berlusconi” è censurata, mentre è ben presente il nome di Bossi.
In nome della “fedeltà ” al centrodestra, insomma.
Forse qualcuno ora nel Pdl comincia a capire che la Lega gioca da sola e acchiappa poltrone solo per la propria “società per azioni”, anche se si tratta di “cattive azioni”.
Una soluzione in ogni caso in Veneto potrebbe esserci: scegliere come simbolo neutro una piscina, simile a quella che, secondo fonti di stampa, il buon Zaia si è fatto costruire nella sua villa, usufruendo di una norma in deroga approvata quando era assessore provinciale a Treviso.
Un tondo con piscina e la dicitura “Fai un bagno con Zaia” potrebbe essere la sintesi esatta della sua candidatura.
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