INCHIESTA STADIO ROMA, L’UOMO DI PARNASI AMMETTE E INGUAIA LANZALONE
LUCA CAPORILLI, BRACCIO DESTRO DEL COSTRUTTORE, VUOTA IL SACCO: “AVEVAMO ACCORDI PARTICOLARI CON LANZALONE”
Si erano incontrati pochi giorni fa e si sono rivisti ieri pomeriggio in piazzale Clodio. Lui, interrogato dai pm di Roma perchè agli arresti domiciliari con l’accusa di aver preso «mazzette» dall’imprenditore Luca Parnasi; e lei chiamata come testimone nella stessa vicenda.
Da una parte l’ex presidente di Acea vicino ai 5 Stelle, Luca Alfredo Lanzalone, e dall’altra la sindaca di Roma, Virginia Raggi.
«L’avvocato Lanzalone mi fu presentato dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e da Riccardo Fraccaro», ha spiegato Raggi al procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e all’aggiunto Paolo Ielo, precisando: «Non si può dire che sia stata una mia scelta, io venivo dall’esperienza dell’arresto di Marra e quando chiesi un approfondimento sul concordato preventivo per alcune partecipate del Comune e un aiuto per la questione “stadio della Roma”, Fraccaro e Bonafede mi presentarono l’avvocato Lanzalone che consideravo un grande professionista».
Un modo elegante per scaricare l’avvocato genovese che tre piani più in alto rispondeva alle incalzanti domande del gip Maria Paola Tomaselli e del pm Barbara Zuin.
«Nella mia vita non ho mai compiuto nulla di illecito», ha spiegato. «Non sono un corrotto, sono venuto a Roma per dare una mano alla giunta. Mi sono messo in gioco personalmente, conosco Parnasi, ma non ho commesso alcun reato», ha giurato.
A tradire Lanzalone, però, uno stretto collaboratore di Parnasi: Luca Caporilli, 54 anni, dirigente di Eurnova, la «cassaforte» delle società dell’imprenditore romano, in carcere con l’accusa di associazione a delinquere, che ha ammesso l’esistenza di accordi particolari con Lanzalone.
È la tesi del gip Tomaselli, per il quale Lanzalone avrebbe usato i suoi poteri di mediatore per gli «interessi del Parnasi e del suo gruppo… in violazione dei doveri istituzionali di imparzialità e correttezza».
Tutto questo in cambio di «lucrosi incarichi dello studio legale Lanzalone & Partners, in persona di Luciano Costantini (socio di Lanzalone, ndr) e Stefano Sonzogni».
Nella lunga giornata di interrogatori sono stati sentiti anche l’imprenditore Parnasi, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come altri tre dei suoi collaboratori.
A parlare, invece, è stato l’ex assessore regionale del Pd, Michele Civita. «Ho chiesto aiuto per mio figlio, è stata una leggerezza compiuta in buona fede», ha detto assicurando di «non aver mai favorito Parnasi», come dimostrerebbe il fatto all’epoca della richiesta il problema che interessava Parnasi era già stato risolto.
Si è avvalso della facoltà di non rispondere il vicepresidente del consiglio regionale, Adriano Palozzi, Forza Italia. Come persone informate sui fatti, infine, sono stati ascoltati il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni, e il nuovo Dg del Campidoglio, Franco Giampaoletti.
(da “La Stampa”)
Leave a Reply