INCONTRO PREMIER-OPPOSIZIONI NAUFRAGA APPENA INIZIATO: CONTE ACCUSA SALVINI DI SOFFIARE SUL MALCONTENTO
IN ITALIA UNA OPPOSIZIONE SENZA SENSO DELLO STATO CHE SA SOLO CHIEDERE DI SPENDERE MILIARDI CHE NON CI SONO (DOPO AVER CONTRIBUITO A SPUTTANARLI)
L’immagine plastica che la collaborazione tra governo e opposizione non decolla si ha quando Giuseppe Conte interrompe il colloquio a Palazzo Chigi e si rivolge al leader di via Bellerio guardandolo negli occhi: “Certo noi ci confrontiamo, caro Matteo, ma tu non puoi diffondere post sul sito dell’Inps in tilt. Così stai soffiando sul malcontento”.
Il Capitano leghista prova a difendersi: “Guarda che io non l’ho scritto quel post, ma se il sito dell’Inps non funziona non è certo colpa mia”.
Dopo un giro di orologio si rompe lo spirito collaborativo, l’unità di intenti, il clima di pacificazione nazionale che dovrebbe esserci nel corso di una emergenza come quella dovuto al virus Covid-19.
“Le critiche — infilza ancora Conte — vanno bene, ma questo è inaccettabile”. Il presidente del Consiglio disvela il gioco di Salvini, che predica bene e razzola male, che un giorno si professa propositivo e l’altro accarezza i pieni poteri del premier ungherese Victor Orban.
Ecco, l’immagine del duello, ormai infinito fra Conte e Salvini, che è iniziato agli albori del primo esecutivo di questa legislatura, è la fotografia di una collaborazione che non è mai decollata e che forse mai decollerà .
Si comincia puntuali alle 9 e 30. Sala verde di Palazzo Chigi, tutti mascherinati, amuchina ovunque, distanziamento sociale, incipit dei lavori affidato al padrone di casa, il presidente del Consiglio.
Davanti al premier, nell’ordine: Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e anche Maurizio Lupi.
Si battaglia, si duella. E se Conte assicura da ora in avanti, massima collaborazione, di scrivere assieme alle opposizioni il famoso decreto di Aprile, arriva ad augurarsi un tavolo maggioranza-opposizione che si riunisca “a ritmo più serrato”. Il tutto accompagnato da un altro provvedimento per dare liquidità alle imprese: “Avvertiamo tutta l’urgenza di intervenire prima possibile”.
Dall’altra parte del tavolo con sfumature diverse, Meloni, Salvini e Tajani pongono interrogativi: “Quanto verrà pagata la Cassa integrazione? E delle partite Iva che ne sarà ? Quanti fondi metterete per risolvere la crisi?”. La Meloni che indossa i panni della battagliera: “Soldi subito sul conto degli italiani. Vogliamo notizie certe su quando verrà accreditata la cassa integrazione e il contributo agli autonomi. I soldi vanno messi ora sui conti correnti:
E’ un gioco delle parti che fa comodo alla maggioranza e all’opposizione. Conte tende la mano ma non troppo, Salvini fa e disfa la tela in chiave propagandistica, difendendo la democratura di Viktor Orban, spargendo terrore sui social e forse puntando su quella rottura sociale che metterebbe nei guai l’esecutivo.
Non a caso le parti si ritrovano soltanto su un tema: il rinvio ” a settembre-ottobre” delle amministrative e delle regionali che si sarebbero dovuto celebrare in primavera. Con un decreto o con un dpcm slitteranno all’autunno le tornatine elettorali. Su queste parole di Conte tutti d’accordo. Nessuna nota dissonante.
(da agenzie)
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