INCURIA, DEGRADO, PRATI BRUCIATI NELLE VILLE STORICHE: “POLMONI VERDI” DI ROMA A RISCHIO
L’AIUOLA DI PIAZZA VENEZIA RIDOTTA A UNO STERRATO INGIALLITO
Là dove c’era l’erba verde ora c’è una prateria gialla.
Osservando i giardini e i parchi della Capitale, viene spontaneo parafrasare la celebre canzone di Adriano Celentano.
Tutto ciò che prima era lussureggiante e colorato, ora è spento e rinsecchito. Colpa della siccità certo, delle temperature torride che ormai da giorni aleggiano sulla città , dell’assenza totale di piogge ormai da settimane se non mesi.
Un clima tropicale che non lascia via di scampo alle aiuole e alle tante aree verdi urbane (oltre 40 milioni di metri quadrati quelli capitolini), se non costantemente innaffiate e curate. Un panorama di desolazione che non ti aspetti di trovare però almeno per le zone verdi più famose e frequentate di Roma.
Tipo piazza Venezia. L’angolo della città tra i più immortalati dalle macchine fotografiche dei turisti, quasi in imbarazzo per la quantità dei soggetti da imprimere nei selfie, dalla scalinata del Campidoglio al Vittoriano ai Mercati di Traiano e annessa Colonna.
Eppure nel bel mezzo dello scatto resta quel giallognolo ex-prato, ormai più simile a un deserto. Erba bassa al posto delle decorazioni che in passato hanno reso celebre la piazza, dal Tricolore di fiori all’albero di Natale. Niente verde e sfondo non certo da cartolina.
Ma non se la passano meglio giardini e aiuole sparpagliate nei quartieri, come le ville più note e amate da romani e visitatori. Prati in sofferenza anche sulle sponde del laghetto di Villa Ada, parco urbano secondo solo a Villa Pamphilj al Salario. L’erba cerca refrigerio all’ombra dei pini ma senza acqua la terra vince sul verde, tutto è spento e scuro.
Destino simile all’ottocentesca Villa Paganini sulla Nomentana o a Villa Borghese. Se i sistemi di irrigazione sono carenti o assenti, come nella maggior parte delle zone verdi meno pregiate, non resterà molto da difendere dal caldo africano che in questi giorni avvolge Roma.
I prati sono secchi, le sterpaglie si accumulano persino nelle aiuole spartitraffico delle grandi arterie.
Sulla via del Mare ad esempio, strada di collegamento tra Roma e, appunto, le sue spiagge. L’arteria che porta a Ostia è decorata da piante invadenti che ostacolano la visibilità . Cespugli ormai morenti, come quelli che si segnalano sulla Pontina o su alcuni tratti della Colombo.
Tutti perfetti inneschi per i continui roghi che da giorni devastano la Capitale e il Lazio. Basta una scintilla, una sigaretta gettata senza ritegno dal finestrino per distruggere per sempre i patrimoni arborei più belli della Capitale.
(da “il Corriere della Sera”)
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