INTERVISTA A NUNZIA DE GIROLAMO: “BASTA ESSERE LO SCENDILETTO DI RENZI”
“ANGELINO CONTIAMOCI, IL TEMPO DELLE CHIACCHIERE E’ FINITO”… “CON LA MUSSOLINI CI VEDIAMO IN TRIBUNALE, GIA’ QUERELATA”
Nunzia De Girolamo è una che non ama i giri di parole: “Sa che le dico? Che il tempo delle chiacchiere è finito. Qua si continua ad eludere la discussione sul punto di fondo: se siamo una forza di centrodestra che vuole ricostruire il centrodestra o siamo diventati una forza subalterna e irrilevante nell’ambito della coalizione di Renzi”.
La voce va e viene. Finalmente il tragitto consente di ragionare.
Nunzia è diretta in Campania per una iniziativa elettorale. Poi Roma per andare a Piazza Pulita: “C’è tantissima gente nella base di Ncd che vuole rifare il centrodestra e credo sia giusto dare loro voce”.
Effettivamente se l’applausometro è un indicatore, a Roccaraso dove sabato scorso si è svolta un’iniziativa di Ncd ha ricevuto consenso quando ha scandito: “Voglio capire quale è l’identità del mio partito. Non possiamo essere gli scendiletto di Renzi o il partito delle poltrone di pochi da ricollocare”.
La risposta di Alfano non l’ha convinta, perchè, ripete “elude il punto di fondo”.
In questa conversazione con l’HuffPost ci spiega la sua proposta: “A questo punto, proprio per evitare le chiacchiere, mettiamo le cose per iscritto. Quagliariello ha detto che faremo a breve una direzione nazionale? Benissimo, io a quella direzione presenterò un documento in quattro punti che per una forza come la nostra sono vitali. Un documento, da mettere poi però ai voti nella nostra assemblea nazionale e su cui è necessario realizzare un’ampia consultazione tra i nostri iscritti, per andare al confronto con Renzi. Se Renzi accetta i nostri punti, bene, altrimenti a mio giudizio dobbiamo ritirare la delegazione dal governo e passare all’appoggio esterno”.
Onorevole De Girolamo, partiamo dall’inizio.
Per favore però non parliamo della Mussolini che non se ne può più. E poi che le dovrei dire? Non sopporto la volgarità e la violenza contro le donne. Io faccio politica, dunque mi occupo solo di politica. Da madre, l’ho querelata per me, per mia figlia e per tutte le donne.
Parliamo del suo partito. Dopo il caso Lupi, lei vuole rompere ?
Così la questione è mal posta e non voglio rompere nulla. Ma il caso Lupi ha fatto emergere, in modo eclatante, una questione di fondo che si trascina da mesi. Siamo di centrodestra o di centrosinistra? Siamo al governo per difendere le poltrone o per realizzare gli obiettivi che ci eravamo dati nell’interesse dell’Italia? Penso, che siamo di fronte a una “mutazione genetica” del nostro partito.
Si spieghi meglio.
Noi siamo nati con l’ambizione di costruire, in Italia, un nuovo centrodestra. E per costruire, anzi, ricostruire il centrodestra occorreva, in quel momento difficile in cui Renzi tirò giù il governo Letta, garantire la stabilità per avere il tempo di agire in due direzioni: le riforme istituzionali e i provvedimenti economici che non facessero sprofondare il paese nel baratro della crisi. Ora, io mi limito ad osservare dei dati di fatto. Noi abbiamo donato il sangue… E Renzi è volato nel consenso. Questo perchè, di fronte ai suoi continui prendere o lasciare, abbiamo lasciato molto senza far pesare il fatto che senza di noi Matteo non starebbe a palazzo Chigi. Domando: è vero o no che sulle riforme, rispetto alla prima versione della legge elettorale, abbiamo rinunciato al premio di coalizione? Domando: è vero o no che mentre Renzi sbandierava gli ottanta euro che parlano al suo elettorato noi non ci intestavamo provvedimenti come il taglio dell’Irap nè portavamo a casa misure con lo stesso effetto su fisco e imprese? Dunque, nati con l’ambizione di essere il centrodestra che appoggiava momentaneamente Renzi, ma che finito il percorso tornava nel proprio campo, poi cosa siamo diventati?
Alfano dice che grazie a voi il paese sta agganciando la ripresa.
Grazie a noi c’è stata la stabilità di governo e questo è un bene. Ripresa? Scinderei la stabilità dei mercati finanziari dall’economia reale. E poi, per la stabilità dei mercati finanziari mi pare che vada ringraziato Draghi per il lavoro straordinario compiuto finora. Lui ha usato il bazooka mentre sull’economia reale Renzi ha usato la fionda. Gliela faccio io una domanda: se un imprenditore italiano mentre io e lei parliamo va in banca e chiede un fido, glielo danno?
Lo chiederò al premier quando ne avrò l’occasione.
Le rispondo io: no, no, e ancora no. Ai piccoli e medi imprenditori italiani questa storia dell’immensa liquidità che gira sulle nostre teste sembra una presa in giro. Purtroppo è tutto vero. I soldi ci sono ma non arrivano a loro e non arriveranno mai a causa della subalternità di questa politica, a partire da quella italiana, al mondo finanziario. In questo mondo rischia di contare più uno come Davide Serra che un ministro dell’Economia. E questo, per chi crede nella politica del centrodestra, è agghiacciante. Noi siamo il movimento politico degli imprenditori, delle partita Iva, dei liberali ma non dei banchieri e dei finanzieri. E poi guardi…
Prego: mi pare un fiume in piena
Recentemente ho riletto, in occasione del primo anno di governo, il discorso su cui votammo la fiducia a Renzi alle Camere. Beh, tra le parole e il fatti c’è l’abisso. E soprattutto rispetto ai fatti che rappresentano per noi questioni di identità : fisco, giustizia, Sud. Proprio su questo invoco un chiarimento.
Una verifica di governo.
La chiami come vuole. Dico che a questo punto, proprio per evitare le chiacchiere, mettiamo le cose per iscritto. Quagliariello ha detto che faremo a breve una direzione nazionale? Benissimo, io a quella direzione presenterò un documento in quattro punti che per una forza come la nostra sono vitali.
Un documento su cui contarsi nel partito?
Un documento, certamente da mettere ai voti nella nostra assemblea nazionale e su cui realizzare una ampia consultazione tra i nostri iscritti. Poi, sulla base di quel documento, è necessario andare al confronto con Renzi. Se accetta i nostri punti, bene, altrimenti a mio giudizio dobbiamo ritirare la delegazione dal governo e passare all’appoggio esterno.
Insomma, lei si vuole contare.
Attenzione: io non presento un documento per spaccare il mio partito, ma per andare al confronto con Renzi con la forza che deriva da una consultazione della nostra base e con la forza del voto della nostra assemblea nazionale. Rubo le parole di D’Alema che è meno diplomatico di me, e ho detto tutto: se uno vuole colpire deve lasciare il segno, altrimenti sono chiacchiere… E io credo che sia ora di vedere se lasciamo il segno o no.
Ho capito. E ci anticipa quali sono i quattro punti del suo documento?
Punto numero uno, visto che siamo a ridosso del voto finale, è la legge elettorale. È necessario tornare alla versione dell’Italicum formulata quando nacque il governo, che preveda il premio alla coalizione e non ai partiti. Il paese, basta andare in giro, è fatto di un popolo di centrodestra e di un popolo di centrosinistra. Al paese dobbiamo consentire di avere, attraverso la legge elettorale, un parlamento che lo rappresenti. E aggiungo, oltre al premio di coalizione: è necessario il ripristino delle preferenze per tutti perchè se andiamo al voto presentandoci come nominati, non mi stupirei se ci inseguissero con i forconi, e farebbero bene.
Punto numero due.
Le partite Iva. Ai cinque milioni di partite Iva attive, io parlo di quelle vere, non alle stime di otto milioni a cui si fa spesso riferimento, noi dobbiamo dire che lo Stato farà pagare loro meno tasse. Purtroppo, come noto, il governo Renzi nell’ultima legge di stabilità li ha stangati. E questo inasprimento ingiustificabile era stato giustificato con la genialata dell’anticipo del Tfr. Conosce un italiano che lo ha chiesto? Se lo incontra o lo trova le offro una cena… E chi lo chiederà da maggio in poi è perchè sarà disperato. E noi che facciamo? Lo massacriamo di tasse. Su tutto questo mi sarei aspettato un semplice e umile: “Abbiamo sbagliato”. Adesso, dico basta. O cambiamo rotta, oppure… si esce dal governo.
Punto numero tre.
Il Sud. Il Mattino oggi apre con il flop del programma “Azione e coesione”: pagamenti in ritardo, finanziamenti a rischio, responsabilità di vari governi. E noi che facciamo? Per non saper nè leggere nè scrivere prendiamo 3,5 miliardi del piano di azione e coesione in ritardo a causa dei precedenti governi e li usiamo per la decontribuzione dei lavoratori. Peccato che il piano di azione e coesione si riferisce alle sole regioni del sud e la decontribuzioni a tutto il paese. La dico in modo grezzo: abbiamo detto al Sud: “Non sapete spendere e ora ve lo insegniamo noi” ma intanto ci prendiamo i vostri soldi. Se questa è la politica del Sud, ridateci Tremonti. Anche qui, o si cambia rotta o si esce dal governo.
Punto numero 4.
Giustizia. Sulle intercettazioni non possiamo tollerare l’indecenza di uno strumento di indagine che diventa gogna mediatica. Dico ad Alfano: riprendi il tuo testo sulle intercettazioni, quello che Repubblica chiamava bavaglio e che era una norma di civiltà , e portiamolo in Parlamento. Punto.
Dunque, contiamoci.
Sì, ma sulle idee, non sulle poltrone. E mettendo dei punti fermi. Se c’è un aspetto della vicenda Lupi che mi manda in bestia è che Renzi non può fare come diavolo gli pare senza stabilire dei criteri. Lupi si deve dimettere e gli indagati no. Perchè? Quale è il criterio? È il codice etico di Matteo Renzi? Quel codice che però consente a De Luca, che è condannato, di candidarsi. Dunque, quale è il criterio se non l’arbitrio? Uno può fare come gli pare solo se c’è attorno chi glielo consente.
Dica la verità : tornerà a breve in Forza Italia?
Dico la verità : io farò una battaglia fino in fondo affinchè Ncd non diventi una corrente Ogm della maggioranza e per costruire in Italia il centrodestra. E la battaglia la faccio sulle regionali. Io credo che dobbiamo lavorare, come in Umbria e nelle Marche, a costruire coalizioni che uniscano tutto il centrodestra, anche ampliandolo. A partire dalla Campania.
Perchè Alfano ancora non chiude con Caldoro?
Lo chieda ad Alfano, non a me. Io ho dichiarato che, per quanto mi riguarda, il nostro candidato è Caldoro, che ha una storia di centrodestra ed è una figura, con cui abbiamo già governato e la cui vittoria, aiuterebbe a costruire una prospettiva di centrodestra. Chi non chiude con Caldoro fa il gioco di Renzi e del Pd che sogna un centrodestra che perde in Campania e vince in Veneto ma sotto le bandiere di Salvini. Troppo facile, io non ci sto. E non rinuncio alle mie di bandiere, quelle del centrodestra.
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply