INTERVISTA A ROMIZI, IL RENZI UMBRO: “MA ORA PENSO A PERUGIA”
AVVOCATO TRENTACINQUENNE, UN PASSATO DA SCOUT E LA DICHIARATA FEDE CATTOLICA
Avvocato, trentacinquenne, appena eletto sindaco in una roccaforte del centrosinistra, un passato da scout e la dichiarata fede cattolica.
Ci sarebbero tutti gli ingredienti per definire Andrea Romizi – neosindaco forzista di Perugia, strappata al centrosinistra dopo 70 anni – la nuova promessa del centrodestra in chiave anti renziana.
Ma è lo stesso primo cittadino a frenare: «Adesso sono concentrato esclusivamente su Perugia, in questa fase non sono ammesse distrazioni di alcun tipo».
Nessuna ambizione di scalare il partito, quindi, magari anche perchè l’ultima promessa di Forza Italia arrivata dagli enti locali, l’ex sindaco di Pavia Cattaneo, è stata appena bocciata dalle urne: «Sono amico di Alessandro – spiega Romizi – e quello che voglio dirgli è che, nonostante tutto, resterà un punto di riferimento».
Sindaco Romizi, è l’unico «superstite» di Forza Italia…
«In effetti mi sento come il sopravvissuto a una bufera. Mi aspettavo di ottenere un buon risultato, ma francamente non in queste proporzioni».
Come ha fatto a «salvarsi»?
«Di fondo credo che ci sia stato un forte malcontento nei confronti della precedente amministrazione di centrosinistra. Lo dimostra anche l’alta percentuale degli astenuti, gente che magari non avrebbe mai votato a destra ma che non ha voluto rinnovare la fiducia a chi governava da anni la città . Di contro, ho provato a dare buoni motivi agli elettori per sostenermi con una campagna elettorale basata principalmente sulle proposte e non sulle critiche. Il risultato è che a votarmi sono state anche tante persone dell’altra sponda. Io, da parte mia, ho cercato di parlare a tutti».
Che lezione deve trarre Forza Italia dal suo successo?
«Bisogna ripartire dalle cose semplici, ricollegarci al territorio. In second’ordine, puntare forte sulla meritocrazia e valorizzare quegli amministratori locali che sul campo hanno dimostrato di lavorare al meglio. Negli ultimi tempi c’è stato un forte scollamento tra i vertici del partito e le realtà locali, ora bisogna lavorare per ricostruire una comunità , umana prima che politica».
Come amministrerà la «rossa» Perugia?
«Al di là dei singoli interventi, credo che complessivamente va restituita dignità politica a questa città . Parlerò con le realtà locali per capire dove vuole andare Perugia nei prossimi vent’anni, per evitare che si proceda in maniera approssimativa come ha fatto la sinistra. E, ovviamente, punteremo forte su due versanti: lotta al degrado e sicurezza».
(da “il Tempo”)
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