INTERVISTA AL PROFESSORE DI STORIA DEL PENSIERO POLITICO GENNARO CARDILLO; “PUTIN NON E’ JESSICA RABBIT, NON C’E’ BISOGNO DI QUALCUNO CHE LO DISEGNI COSI’ COME APPARE, CI RIESCE BENISSIMO DA SOLO”
PAROLE CHIARE SUL “MADONNARO FURBISSIMO, UTILE ALLA PROPAGANDA DI PUTIN: PARLI DELL’UMANITA’ DI PUTIN CON LA FIGLIA DI ANNA POLITKOVSKAJA”
Gennaro Carillo, professore ordinario di Storia del pensiero politico all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dice che Ciro Cerullo in arte Jorit è «un madonnaro verticale furbissimo. Lo conferma anche il fatto che stiamo commentando le sue parole. Ma viviamo in un tempo nel quale non ci si sofferma più di tanto a distinguere tra oleografia, folklore locale e arte. Pare che il solo metro che conti sia il consenso facile, senza traumi».
Carillo parla in un’intervista al Mattino di Napoli. Nel colloquio con Antonio Menna fa notare che «Putin fa orrore proprio perché è umano. Lo è come lei, come me e come Jorit. È la possibilità che il male si annidi in ognuno di noi a far paura. Anche Hitler, Mussolini e Stalin accarezzavano i bambini sul capo. E Hitler era un – pessimo – pittore dilettante. Tutto molto umano. Ma sarebbe il caso che Jorit andasse a parlare dell’umanità di Putin con Vera Politkovskaja, la figlia di Anna, o con i parenti e gli amici dei tanti dissidenti che hanno fatto la stessa fine».
Underground e antagonisti
Il professore fa notare che «il mondo dell’antagonismo non è un monolite. È complesso e intimamente contraddittorio. Qualche antagonista, per esempio, non ha avuto remore ideologiche ad affiancare frange neofasciste nella devastazione della sede della Cgil. Quell’episodio è oggetto di una grande rimozione collettiva, forse perché ebbe avalli autorevoli, a livello politico e mediatico».
E spiega che «l’ammirazione incondizionata per Putin si fonda sulla seduzione che il capo carismatico ha sempre esercitato sull’immaginario italiano. Si spiega dunque con eros, più che con un argomento razionale, come scriveva Gadda a proposito del consenso a Mussolini».
La propaganda
Sulla presunta propaganda dell’Occidente di cui parla Jorit il docente è netto: «In tempo di guerra – e questo tempo, nonostante gli eufemismi, lo è – la propaganda gioca sempre un ruolo decisivo. Ecco perché non ringrazieremo mai abbastanza i reporter che rischiano la vita per provare a raccontare i fatti, a uscire dal resoconto ufficiale, che esprime sempre una visione di parte. Credo comunque che Putin non sia il costrutto di una propaganda a lui avversa. Non è Jessica Rabbit. Non ha bisogno che qualcuno lo disegni così come ci appare. Ci riesce benissimo da solo».
Il complottismo
Infine, sulle analogie tra il fronte filorusso (o filoputiniano) e i complottisti, Carillo spiega che «siamo di fronte a una puntuale riproposizione dei falsi Protocolli dei Savi di Sion. C’è un’internazionale cospirazionista, paranoica e omofoba che prima ha negato l’esistenza stessa del Covid e poi ha individuato in Putin il baluardo a difesa della tradizione, minacciata da un grande complotto ordito da una presunta élite “globalista”. Sono gli stessi che plaudono a Orban e pendono dalle labbra di Dugin, l’ideologo che pensa che solo una Grande Russia possa arginare la deriva anti-cristiana dell’Occidente. Argine che, molto cristianamente, per Dugin passa attraverso l’eliminazione fisica del popolo ucraino».
(da agenzie)
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