INTERVISTA AL SINDACO DI POZNAN: “L’ODIO VERSO I MIGRANTI ARMA LE MANI DEGLI ASSASSINI IN POLONIA”
JACEK JASKOWIAK: “IL GOVERNO USA METODI NAZISTI, LI RITENGO RESPONSABILI DELLA MORTE DEL SINDACO DI DANZICA”
Parole gravissime che ci fanno vedere i rischi che si corrono andando dietro ai sovranisti che sanno solo spacciare odio: “La causa di quanto e’ accaduto sono odio, nazionalismo, lo spauracchio dei profughi”
E’ l’opinione di Jacek Jaskowiak, sindaco-presidente di Poznan, tra i principali primi cittadini europeisti e liberal, in opposizione al governo sovranista, dopo l’assassinio del sindaco di Danzica.
“Sono convinto – spiega Jaskowiak – che è dovuto all’atmosfera dopo le elezioni del 2015: sono stati attivati odio, nazionalismo, paura dei profughi per far paura alla gente. Cinicamente, per vincere le elezioni. Aggressività e linguaggio d’odio sono stati permessi. Ai media pubblici e’ stato dato l’ordine di calunniarci. Ne parlai molte volte con Pawel Adamowicz. Lui prendeva il problema molto sul serio. Sono stati usati metodi di propaganda alla Goebbels”.
“Abbiamo visto – aggiunge – la menzogna sulla catastrofe aerea di Smolensk (la morte del presidente Lech Kaczynski, ndr) definita come complotto di Putin, l’uso di media e servizi per scopi politici, lo smantellamento del modello dello Stato democratico. Per tutto ciò e per aver portato alla tragedia di ieri ritengo Jaroslaw Kaczynski responsabile”.
Su che cosa possono fare governo e opposizione per il futuro, Jaskowiak indica: “Prima di tutto occorre conoscere i limiti. I media pubblici devono informare i cittadini, non per diffamare l’opposizione. Invece solo pochi giorni fa la tv pubblica mi ha diffamato. Tra poche ore sarò interrogato in procura su un uomo arrestato per minacce contro di me e il sindaco di Wroclaw. Adamowicz il 9 gennaio aveva preannunciato che avrebbe sporto appello contro l’archiviazione dell’inchiesta sui ‘certificati di morte politica’ ricevuti da lui e ora anche da me dalla ‘Gioventù pan-polacca’. Archiviano anche simili minacce contro di me”.
(da Globalist)
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