“IO VOTO GIORGIA PERCHÉ”, TUTTE LE BUGIE E LE OMISSIONI DELLO SPOT ELETTORALE DI FDI
UN PREMIER CHE MENTE SU SANITA’ PENSIONI, DISABILI E MADRI: ECCO TUTTI I NUMERI UFFICIALI CHE SMENTISCONO LE BALLE SOVRANISTE
In un minuto e 26 secondi si susseguono i volti sorridenti di 14 persone. Stiamo guardando lo spot per le elezioni europee di Fratelli d’Italia quindi, ovviamente, ognuna di loro ci spiega perché, il prossimo 8 o 9 giugno, voterebbe per Giorgia Meloni, “detta Giorgia”. “Io voto Giorgia perché è una del popolo”, afferma un barista con alle spalle un comizio della premier in tv.
Questione sanità: gli aumenti inesistenti
Si tratta di un ritornello fisso di Meloni ormai, che non poteva mancare nel suo spot: “Siamo il governo che ha investito in assoluto di più in termini di risorse sulla sanità”.
E qui arriva la prima imprecisione: sì, è vero che rispetto allo scorso anno i fondi sanitari nella Legge di Bilancio aumentano di 3 miliardi di euro – arrivando a circa 136 miliardi – ma servono principalmente a venire incontro all’aumento dei costi dovuto all’inflazione e per investire non in assunzioni di nuovo personale o in nuove strutture, ma per il rinnovo dei contratti, che si mangiano ben 2,4 miliardi.
Inoltre, parliamo di un aumento in termini assoluti. Ma basta dare un’occhiata al Prodotto interno lordo, per renderci conto che, più che di crescita delle risorse, dovremmo parlare di tagli: quest’anno il rapporto tra spesa sanitaria e Pil raggiunge il 6,4%. Lo scorso anno, sempre col governo Meloni, era del 6,3%, mentre nel 2022 raggiungeva il 6,8%.
Pensioni: per meno persone e sempre più distanti
Ma il video continua a scorrere e sullo schermo appare una anziana intenta a fare incetta di ortaggi al mercato: “Io voto Giorgia perché mi ha aumentato la pensione”. Vero: a novembre 2023 il ministero dell’Economia ha stabilito un aumento del 5,4% di tutte le pensioni entro i 2.100 euro lordi mensili, sempre, però, per sopperire all’aumento del costo della vita dovuto all’inflazione.
Gli aumenti diminuiscono all’allontanarsi da quella soglia. Più una questione di perequazione dunque, che di ulteriori soldi in tasca. Ma in ogni caso, quanti cittadini potranno effettivamente beneficiarne? Sotto il governo Meloni è salita l’età minima richiesta per poter accedere sia ad “Opzione donna” che ad Ape Sociale.
E la tanto sbandierata Quota 103 è stata realizzata a suon di penalizzazioni: un nuovo tetto massimo d’importo che scende da 5 a 4 volte il trattamento minimo, un ricalcolo contributivo economicamente penalizzante e un allungamento dei tempi di attesa che arrivano fino a 9 mesi per i dipendenti pubblici.
I tagli ai fondi per le persone con disabilità
Parlando di giovani, nello spot compare poi una ragazza bionda in giacca rosa, seduta in carrozzina, che dice: “Io voto Giorgia perché non si è dimenticata di noi”.
Qui i calcoli sono facili e incontrovertibili: nel 2024 è stato istituito il ”Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità”, dove confluiscono le risorse di altri fondi preesistenti, ma non quelli del “Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità”. Risultato: si perdono 50,2 milioni di euro su un Fondo Unico che può contare su quasi 232 milioni
Per le donne? Aumento dell’Iva, meno asili nido e addio Family act
Ma la scena più toccante è riservata a una coppia: una madre e un figlio, che giocano sul divano con dei peluche. Lei dice: “Io voto Giorgia perché ha aiutato noi mamme a conciliare famiglia e lavoro”. La stessa Giorgia che è anche la presidente del Consiglio che ha riportato al 10% l’Iva su pannolini, seggiolini e altri prodotti per l’infanzia e per l’igiene femminile.
La stessa leader della coalizione che ha annunciato un nuovo Piano per gli asili nido che contribuirà alla creazione di appena 63mila nuovi posti, dopo averne tagliati 100mila dal Pnrr a novembre scorso. La stessa premier che ha permesso l’affossamento del Family act.
Le mamme che potranno realmente gioire, dunque, sono poche e precisamente quelle con un contratto a tempo indeterminato e con due figli: le sparute fortunate del “bonus mamme”. Tutte le altre – precarie, libere professioniste, con un figlio solo – posso aspettare la prossima Manovra per ricevere qualche sgravio fiscale.
(da La Repubblica)
Leave a Reply