ISTAT E BANKITALIA GELANO RENZI: “LA MANOVRA NON PORTERÀ CRESCITA”
“LA LEGGE DI STABILITA’ AVRA’ EFFETTO NULLO O MARGINALE NEI PROSSIMI DUE ANNI”
L’Istat gela il Governo Renzi e taglia le stime di crescita dell’economia italiana.
I tecnici dell’Istituto di statistica stimano, infatti, un “effetto nullo della manovra nel biennio 2015-2016” per effetto combinato “dell’impatto positivo del bonus degli 80 euro sulla crescita dei consumi” e dell'”effetto negativo dovuto alla clausola di salvaguardia sull’aumento automatico dell’Iva nel 2016″, nel caso in cui scattasse.
L’impatto non proprio entusiasmante della legge di stabilità sull’economia reale viene confermato anche da Bankitalia, durante l’audizione alla Camera.
“Il governo ipotizza un modesto effetto espansivo”, ha detto il vice direttore della Banca d’Italia Luigi Signorini, in audizione sulla manovra.
“Le stime del governo, per quanto implicite – osserva – sono relativamente modeste e più o meno gli effetti della manovra sono di quell’ordine di grandezza”.
Pesa, conclude, un “momento di prolungata stagnazione e l’incertezza internazionale”. Insomma, sia Istat che Bankitalia nutrono più di un dubbio sulla capacità della manovra di stimolare l’economia nei prossimi anni.
CRESCITA
L’Istat prevede un calo del Pil dello 0,3% nel 2014, in linea con le stime del Governo, contenute nel Def.
Per il 2015 indica un ritorno alla crescita, con un aumento dello 0,5% (+0,6% nel Def), mentre nel 2016 seguirebbe un rialzo dell’1%, in linea con quanto stimato dall’esecutivo.
Rispetto alle sue precedenti stime l’Istat rivede al ribasso il Pil di quest’anno di 0,9 punti.
Nelle sue stime l’Istat sottolinea l’elevato grado di incertezza dovuto soprattutto alle dinamiche internazionali: a cominciare dal tasso di cambio tra euro e dollaro. Più la moneta unica si deprezzerà nei confronti del biglietto verde, più il Paese accelererà . Altrimenti non sono escluse revisioni al ribasso, come già accaduto nel corso di quest’anno.
CONSUMI
Dopo tre anni di riduzione, nel 2014 la spesa delle famiglie segnerà un aumento dello 0,3% in termini reali, in parte per effetto di una riduzione della propensione al risparmio.
L’incremento dei consumi e’ atteso proseguire secondo ritmi modesti anche nei trimestri finali dell’anno (+0,3% l’incremento nella media del 2014).
Nel complesso, la spesa privata per consumi sarà sostenuta dall’aumento modesto del reddito disponibile lordo (+0,4% in media d’anno), che beneficerà delle misure di politica di bilancio a sostegno dei redditi più bassi da lavoro dipendente e del lento miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro.
Pur in presenza di una dinamica eccezionalmente bassa dell’inflazione, il potere d’acquisto delle famiglie risulterà sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente.
La spesa per consumi privati è prevista in aumento dello 0,6% nel 2015 e dello 0,8% nel 2016, anche per effetto delle misure di bilancio e fiscali adottate a sostegno dei redditi.
INVESTIMENTI
Nelle previsioni dell’Istat subiranno una ulteriore contrazione nell’anno in corso (-2,3%) nonostante un lieve miglioramento delle condizioni di accesso al credito e del costo del capitale.
Il processo di accumulazione del capitale è previsto riprendere gradualmente nel 2015 (+1,3%) e con maggior intensità nel 2016 (+1,9%), in linea con il rafforzamento della domanda.
LAVORO
Il tasso di disoccupazione raggiungerà il 12,5% nel 2014 per effetto della caduta dell’occupazione (-0,2% in termini di unità di lavoro), nonostante i timidi segnali di ripresa di settembre.
La stabilizzazione delle condizioni del mercato del lavoro attesa per i prossimi mesi avrà riflessi sul 2015, quando il tasso di disoccupazione diminuirà lievemente al 12,4% e le unità di lavoro registreranno un contenuto aumento (+0,2%).
Il miglioramento del mercato del lavoro proseguirà con più vigore nel 2016 con una discesa del tasso di disoccupazione al 12,1% e una crescita delle unità di lavoro dello 0,7%: secondo il premier, Matteo Renzi, non si scenderà sotto il 10% fino al 2019.
(da “Huffingtonpost”)
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