ITALIANI RAPITI: L’AZIENDA NON AVVERTI’ LA FARNESINA DELLA PRESENZA DI SUOI UOMINI SUL TERRITORIO
GIA’ UN PRECEDENTE NEL 2011… E ORA L’AZIENDA RIFIUTA UN VERTICE AL MINISTERO PER “ALTRI IMPEGNI”
La Con.I.Cos, l’azienda per la quale lavorano Bruno Calace e Danilo Calonego, i due italiani rapiti in Libia, non segnalò alla Farnesina la sua attività nel deserto del Fezzan. E’ quanto riporta La Repubblica, che spiega:
“Fino alle 7.30 di lunedì, nessuno al ministero degli Esteri sapeva che la “Con.I.Cos” avesse vinto un appalto per lo scalo di Ghat. Nè quanti operai e tecnici italiani vi lavorassero.
Nessuno dunque sapeva se fossero state osservate o meno le misure di sicurezza che il nostro governo chiede alle aziende italiane in quadranti a rischio. E che hanno a che fare non solo con la presenza di scorte, ma anche con le regole che governano l’alloggiamento e gli spostamenti del personali”.
Eppure la Con.I.Cos., spiega ancora La Repubblica, aveva alle spalle già un precedente, con il sequestro di due suoi dipendenti avvenuto, sempre in Libia, nel 2011.
Il quadro che emerge è quello di una “disarmante spensieratezza e sciatteria”
“Del resto che la sicurezza dei propri dipendenti non sia in cima alle preoccupazioni dell’azienda di Mondovì si è avuta prova anche subito dopo il sequestro.
Non solo non è stata infatti la Con.I.Cos. a comunicarlo alla Farnesina, ma quando è stato prospettato ai vertici dell’azienda un immediato incontro a Roma con le strutture di governo e intelligence che stanno seguendo la vicenda, la risposta è stata che “altri impegni” lo impedivano”.
(da “Huffingtonpost“)
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