JOBS ACT, NEI DECRETI IL SALARIO MINIMO NON C’E’
NESSUN ACCENNO A UN ISTITUTO CHE ESISTE NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI PER AIUTARE CHI E’ IN DIFFICOLTA’
Il governo presieduto da Matteo Renzi ha rinunciato a introdurre il salario minimo.
Se ne era parlato a più riprese e si sarebbe trattato di una novità importante che avrebbe introdotto, utilizzando il veicolo del Jobs act, un principio che si trova in quasi tutti gli altri ordinamenti europei.
Si era aperto anche un dibattito critico perchè i sindacati confederali – segnatamente la Cgil di Susanna Camusso – avevano avanzato il timore che il salario minimo riducesse spazio e valore dei contratti nazionali di lavoro.
Da qualche altra parte, invece, si era sostenuto che poter «sventolare» un minimo retributivo di legge avrebbe rappresentato un segnale di attenzione e cittadinanza nei confronti di quei lavoratori extracomunitari che nell’agricoltura o nella logistica sono super-sfruttati dai padroncini o dalle coop spurie con orari giornalieri interminabili e paghe che definire misere è un eufemismo.
Se queste erano le premesse e gli intendimenti, alla fine i decreti legislativi attuativi della legge-delega sul Jobs act saranno per ora solo due e si limiteranno al contratto a tutele crescenti e agli ammortizzatori.
D.D.V.
(da “il Corriere della Sera“)
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