LA AGGHIACCIANTE TELEFONATA DEL CARABINIERE KILLER ALLA MOGLIE: COME E’ POSSIBILE CHE UN SOGGETTO DEL GENERE FOSSE STATO RITENUTO “IDONEO” A RAPPRESENTARE LE ISTITUZIONI?
LA MOGLIE: “PER ANNI HAI OBBLIGATO LE TUE FIGLIE E FARE COSE CHE NON VOLEVANO”… L’ULTIMO SFREGIO: HA LASCIATO UN ASSEGNO ALL’AMANTE
Il legale di Antonietta Gargiulo, la donna ferita da Luigi Capasso, il carabiniere di Cisterna di Latina che ha ucciso le due figlie prima di suicidarsi, ha definito “agghiacciante” la telefonata mandata in onda a “Pomeriggio Cinque”, registrata poco tempo prima della strage proprio dal killer.
L’uomo aveva chiamato la moglie pregandola di farlo parlare con la figlia più grande, Alessia, di 13 anni, ma la donna lo aveva affrontato: “Se io vedo mia figlia in ansia, impaurita, io non la obbligherò a fare niente. Tu l’hai obbligate per anni a fare le cose che non volevano”.
Dalla chiamata emergerebbero alcune dinamiche presenti nella famiglia, come il timore da parte delle bambine. Parlando infine con la figlia, Capasso le dice: “Non ti preoccupare a papà , non ti faccio niente”. E lei: “Lo so che tu non mi faresti mai del male”. “No, mai, mai”, sottolinea il padre. “Se mai proviamo a stare insieme, mai sappiamo se stiamo bene o no”. La 13enne sembra in difficoltà . “Però da soli no”, dice. Il padre allora estende l’invito anche alla moglie e all’altra figlia più piccola, Martina, 8 anni. “Ci tengo a voi”, assicura. Ma Alessia preferisce chiudere la conversazione e, rispondendo alla richiesta del papà , dice: “Ti faccio sapere dopo”. Poi ripassa il telefono alla madre.
Anche alla moglie Capasso ripete: “Anto’, io non ti farei mai del male, già te ne ho fatto”. Ma lei non crede al marito: “Non è che non mi fido più di te, non mi fido più di nessun uomo al mondo. Voglio stare tranquilla con le mie figlie a riprenderci perchè io sto male”. “Io – continua la donna – c’ho un cuore mio da ricostruire. Venti anni di sogni e desideri distrutti. Io voglio la separazione. Stai male? Me lo immagino nessuno è contento – dice rivolgendosi al marito – ma tu sai tutta la verità , sai tutto quello che io ho fatto per te”.
Antonietta continua il suo sfogo come un fiume in piena: “Ti manca fare l’albero di Natale? Dovevi perdere tutto per capirlo. Allora io spero – spiega all’uomo – che tu veramente faccia un percorso e diventi l’uomo migliore che tu puoi essere, perchè tu di base ce le hai le qualità però – aggiunge – c’hai tante problematiche”. Capasso assicura: “Ho capito tutti gli errori miei verso di te, verso le bambine, verso tutto quello che vuoi”. E poi le dice di essere d’accordo sulla separazione se lei pensa che questo la farebbe stare meglio.
La moglie però torna a esprimere tutto il suo dolore: “Dimmi, io sono stata felice 16 anni di matrimonio? Sono stata svergognata, tradita, maltrattata, picchiata. Sul posto di lavoro svergognata da tutta Cisterna come una che non se lo merita perchè lo sai che non me lo merito”. Non è solo un episodio, continua, “io e te sappiamo la verità “. “Se l’hai capito – dice ancora Antonietta – mi fa solo piacere perchè se tu diventi la persona che puoi essere, io sono felice di vederti un padre migliore”.
Capasso però replica: “Ma io senza di voi non riesco”. E la supplica: “Dammi la possibilità di avvicinarmi alle bambine”.
La moglie allora cerca di fargli capire che non può costringere le figlie ad incontrarlo se loro non vogliono: “Non te la devo dare io la possibilità – spiega-, ma se io vedo mia figlia in ansia, impaurita, io non la obbligherò a fare niente. Tu l’hai obbligate per anni a fare le cose che non volevano”. “Sappi che io e loro – aggiunge – preghiamo per te, in questo le obbligo”.
Poi, prima di chiudere la conversazione, le ultime amare parole: “Avevi tutto, due figlie intelligenti, una moglie che ti stra-amava”. E continua: “Io sono la deficiente che ti ha stra-amato, ho sbagliato. Ora penso a me e alle mie figlie perchè ho dato la mia vita per te e davanti a Gesù cammino a testa alta. Mi dispiace – conclude – hai superato tutti i limiti”.
L’ASSEGNO ALL’AMANTE
Luigi Capasso, il carabiniere che ha ucciso le figlie e ha ridotto in fin di vita la moglie prima di togliersi la vita, ha lasciato nella casa di Cisterna di Latina, dove tutto si è compiuto, dei soldi a una donna con cui aveva una relazione.
L’ultimo oltraggio è un assegno da 5mila euro. L’uomo sottolineava sempre la sua rispettabilità attaccando la moglie, ancora mercoledì scorso.
L’assegno per l’amante era accanto a quello lasciato dal carabiniere per i parenti. Tre buste chiuse e siglate – come riporta il Corriere della sera – con l’indicazione che soltanto coloro a cui erano destinate dovessero aprirle: il fratello, la madre e il padre. Cinque assegni per i genitori, il fratello, la sorella, il cognato e l’altra donna, con tanto di motivazioni per tutti.
(da “La Repubblica”)
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