LA BATTUTA DI NICHI VENDOLA: “EMIGRATO IN CANADA? FA TROPPO FREDDO”
IL LEADER DI SEL SMENTISCE LE INDISCREZIONI: “NON FACCIO LA VALIGIA”… MA LA SCISSIONE E’ UNA FERITA APERTA
Che fa? Se ne va davvero in Canada? I telefoni degli esponenti di Sel ieri sono stati roventi. Per tutta la giornata.
Telefonate di iscritti e militanti che chiedono ragguagli. Il quesito riguarda Nichi Vendola che, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe pronto ad emigrare in Canada nel 2015, alla fine del suo mandato alla guida della Puglia.
Che Vendola ami il Canada non è un mistero: lì è nato il suo compagno Ed e spesso la coppia ci passa le vacanze.
Ma da qui ad emigrare il passo è molto lungo. Anche perchè in politica 10 mesi sono lunghissimi, ed è questo il tempo che Vendola ha ancora davanti come governatore.
Lui smentisce, con una certa nettezza: «Ho letto un racconto a me sconosciuto sul mio stato d’animo, di un leader depresso pronto a partire. Non è così », spiega da Bari.
«Il vostro presidente di Regione non è depresso, non ha fatto la valigia e non vuole andare a vivere in un altro posto che non sia questo. E poi in Canada fa troppo freddo…».
In Transatlantico la truppa di Sel è un po’ smarrita.
Ma chi lo conosce bene assicura che «ogni tanto Nichi ha di questi pensieri, magari avrebbe pure voglia di staccare dalla politica e dedicarsi alla scrittura e agli studi. Ne parla spesso, poi non lo fa mai…».
Quale sarebbe la ragione? «Non intende lasciare alla deriva la barca di Sel. Prima deve condurla in un porto sicuro, poi si vedrà », spiega un deputato.
Certo, la ferita provocata dalla scissione di Gennaro Migliore non è ancora sanata.
Nè Sel ha ancora trovato un equilibrio tra chi spinge verso Tsipras e chi vuole restare comunque ancorato a una sinistra di governo: una faglia che, pur sottotraccia, vive anche nella truppa “depurata” dai 12 transfughi che sono andati via nelle ultime settimane.
Tra molti deputati rimasti, infatti, un eccesso connubio con i partner della lista Tsipras viene visto come fumo negli occhi.
Oggi il gruppo della Camera si riunirà per scegliere il nuovo capogruppo.
In pole position c’è Arturo Scotto, 36 anni, campano, eletto per la prima volta in Parlamento nel 2006 con i Ds e poi uscito con Mussi al congresso di Firenze nel 2007.
Lui è uno dei pontieri che nelle scorse settimane aveva lavorato per far rientrare lo strappo con Migliore e gli altri. Il 12 luglio poi c’è la riunione dell’assemblea nazionale di Sel, la prima dopo lo strappo.
E il 19 la riunione a Roma dei comitati della lista Tsipras. Appuntamenti molto delicati per Sel che ha in cantiere una conferenza programmatica per l’autunno in cui vorrebbe rilanciare il proprio profilo di opposizione al governo Renzi ma da una prospettiva di «sinistra di governo». «Vendola in Canada? Una bufala incredibile, non c’è nulla di vero, anzi sarà più protagonista di prima», assicura Nicola Fratoianni, il coordinatore di Sel.
Del resto, in questi giorni, per il governatore sono arrivate buone notizie dalla Corte dei Conti sul governo della Puglia.
I bilanci regionali sono stati valutati positivamente dai magistrati contabili: «Sono stati rispettati gli equilibri di bilancio, il patto di stabilità interno ed i limiti legali d’indebitamento ».
Voti buoni anche sulla spesa pubblica, la capacità di riscossione fiscale e sul delicato capitolo della Sanità , dove «sono stati conseguiti significativi miglioramenti delle performance dell’intero sistema… si è passati da una situazione di disavanzo di 332 milioni di euro ad un saldo attivo di 3,9 milioni. Una boccata d’ossigeno per il governatore.
E anche, dicono i suoi, «una certificazione delle sue capacità di governo».
A.C.
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