LA BUFALA DEL REFERENDUM SULLA LEGITTIMA DIFESA
NON ESISTE ALCUN REFERENDUM IN MATERIA, SOLO UNA PROPOSTA DI LEGGE POPOLARE DELL’IDV CHE NON VINCOLA CERTO IL PARLAMENTO
Gira da tempo su WhatsApp (tra gruppi di complottisti e appassionati di burraco) un invito a firmare un «referendum di iniziativa popolare sulla legittima difesa della casa e dei beni».
L’obiettivo è di aumentare le pene per chi viola il domicilio e «negare il risarcimento delle eventuali lesioni causate al ladro o agli eredi in caso di morte ladro».
Di legittima difesa si parla ogni volta che ci scappa il morto ma l’argomento è tornato d’attualità con la proposta che sta facendo litigare Pd e Ncd.
In Parlamento, poi, c’è già una proposta della Lega Nord per la “difesa legittima domiciliare”.
Quanto al referendum, si tratta di una mezza bufala: nonostante quello che purtroppo riporta anche qualche testata nazionale, non esiste in Italia la possibilità di votare un referendum di questo genere.
L’istituto giuridico del referendum, in Italia, prevede due principali tipologie: quello abrogativo, per cancellare una norma o una sua parte (come quello votato il 17 aprile sulle trivellazioni) e quello costituzionale per approvare o respingere una riforma della Costituzione (come quello che dovremmo votare in autunno).
A questi si aggiungono quelli, regionali, comunali e provinciali, su questioni legate alle amministrazioni locali o alle fusioni tra enti.
Quello che c’è di vero è che una proposta di legge popolare è stata presentata dall’Italia dei Valori, che non è più in Parlamento dal 2013.
La proposta di legge, a differenza di quanto si legge nel messaggio che gira su WhatsApp, non è vittima di alcuna censura sui media e ha raccolto 160mila firme (il minimo richiesto è 50mila).
Quello che va precisato, però, è che la proposta non vincola in alcun modo il Parlamento ad approvare una riforma di questo genere: dal 1979 a oggi, infatti, sono state presentate circa 260 proposte di legge di iniziativa popolare e solamente 3 sono diventate legge.
Francesco Zaffarano
(da “La Stampa“)
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