LA CORTE DEI CONTI BOCCIA LA MANOVRA: “MANCANO INDICAZIONI IMPORTANTI IN TEMA DI PROGRAMMAZIONE DELLE ASSUNZIONI DI PERSONALE SANITARIO”
LA STRONCATURA DEL “CONTRIBUTO” DELLE BANCHE AL POSTO DELLA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI: “TRATTANDOSI DI UN ANTICIPO DI IMPOSTA, UN EFFETTO PIÙ CONSISTENTE DI INCASSO NEL PROSSIMO BIENNIO SI RIFLETTEREBBE IN UNA PERDITA DI GETTITO ANCORA PIÙ PRONUNCIATA A PARTIRE DAL 2027”
La manovra, rispetto a quanto previsto nel Piano strutturale in tema di potenziamento del sistema sanitario nazionale, “sembra intervenire solo su alcuni dei punti in esso indicati”: se si prevedono risorse per garantire, dopo la conclusione del Pnrr, il completamento degli investimenti per il potenziamento dell’assistenza territoriale e l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza, “mancano indicazioni importanti in tema di programmazione delle assunzioni di personale sanitario, di sviluppo e riordino per la sanità integrativa, di rafforzamento e di revisione degli strumenti di monitoraggio della spesa”.
Lo scrive la Corte dei Conti nel testo dell’audizione alle commissioni riunite Bilancio sulla manovra. “Certamente, nell’ambito dei ristretti margini consentiti dal percorso di risanamento intrapreso, riservare al settore risorse aggiuntive di rilievo (soprattutto dal 2026) consente di interrompere il profilo discendente evidenziato nel quadro tendenziale”, scrive la Corte. Tuttavia, “si tratta di somme in buona parte a destinazione vincolata relative solo ad alcune delle aree su cui è necessario intervenire mentre resta difficile trarre indicazioni chiare su quella che sarà la risposta (non necessariamente solo finanziaria) che si intende dare ad altre criticità che rischiano di compromettere la funzionalità del sistema”.
“Considerando la fase positiva degli utili registrati dalle imprese bancarie nell’ultimo biennio è plausibile che il contributo per il 2025 e 2026 possa essere più consistente di quello ipotizzato nella Relazione Tecnica”. “Va peraltro sottolineato – scrive la Corte – che, trattandosi in via generale di un puro anticipo di imposta, un effetto più consistente di incasso nel prossimo biennio si rifletterebbe in una perdita di gettito ancora più pronunciata a partire dal 2027”.
Il quadro dei conti pubblici della manovra nel biennio 2026-27 stabilizza la spesa sanitaria “al 6,4% del Prodotto, un livello pari a quello registrato prima della crisi (era il 6,41 per cento nel 2019)”.
La manovra, nella riduzione del cuneo fiscale, è “sicuramente positiva” nel trasformare “lo sgravio contributivo in una misura di sostegno del reddito di natura fiscale. La soluzione adottata finisce per introdurre nel nostro ordinamento una sorta di imposta negativa, anche in questo caso spesso prefigurata ma ancora mai prevista con una così ampia base di riferimento”.
Lo scrive la Corte dei conti nel testo dell’audizione sulla manovra. “Si tratta – aggiunge tuttavia la Corte – di misure non prive di elementi che richiedono un’attenta riflessione: infatti, esse finiscono per acuire la penalizzazione dei nuclei familiari mono reddito, complicare ancora la gestione degli adempimenti tributari; ampliare ulteriormente l’area dei soggetti che risultano sostanzialmente esentati dal contribuire al finanziamento dell’apparato pubblico, con una ulteriore riduzione della manovrabilità della leva fiscale”.
(da agenzie)
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