LA CORTE PENALE INTERNAZIONALE SMASCHERA LE BALLE DEL GOVERNO MELONI: FU L’ITALIA A CHIEDERE ALL’AJA DI NON FAR SAPERE CHE ALMASRI ERA STATO ARRESTATO
NON SOLO, L’ITALIA SI ERA IMPEGNATA, QUALORA FOSSERO SORTI PROBLEMI, A INFORMARE LA CORTE PENALE… E ANCORA: L’AMBASCIATORE ITALIANO ALL’AJA AVEVA TEMPESTIVAMENTE INFORMATO IL GOVERNO DELL’IMMINENTE MANDATO D’ARRESTO INTERNAZIONALE PRIMA ANCORA CHE FOSSE EMESSO… MORALE: SIAMO COMPLICI DI UN CRIMINALE, IN UN PAESE CIVILE STASERA MELONI SAREBBE DA MATTARELLA PER RASSEGNARE LE DIMISSIONI
Il particolare è in un comunicato stampa che la Corte penale internazionale dell’Aja ha diffuso ormai dieci giorni fa, ma finora pochi sembrano averlo notato.
E però alla luce di quello che si è poi saputo circa la liberazione e il rimpatrio del generale e presunto torturatore libico Osama Almasri – costati un’inchiesta a Meloni, Mantovano, Nordio e Piantedosi – è divenuto sempre più centrale.
E’ stata l’Italia a chiedere alla Corte dell’Aja di non diffondere la notizia che Almasri era stato arrestato a Torino. Il testo del 22 gennaio è molto chiaro: «A richiesta delle autorità italiane e agendo in loro totale rispetto, la Corte ha deliberatamente evitato di commentare pubblicamente l’arresto del sospettato», qui il riferimento è alla giornata del 19 gennaio, quando l’arresto del libico a Torino è appena avvenuto.
Non è però l’unica cosa che la corte dell’Aja ha fatto, si legge ancora. E l’ulteriore frase serve a smentire l’ipotesi che ci sia stato qualche vizio di forma nella domanda di arresto di Almasri: «Allo stesso tempo, la Corte ha continuato ad essere operativa con le autorità italiane per assicurare l’effettiva esecuzione di tutti gli step necessari perché la richiesta della corte andasse a buon fine».
E in particolare, «La cancelleria (che è il braccio operativo della corte, molto diversa dalla cancelleria di un tribunale italiano ndr) ha ricordato alle autorità italiane che in caso avessero identificato qualunque problema che potesse impedire l’esecuzione della richiesta di cooperazione avrebbero dovuto consultare la Corte velocemente per risolverlo». Il resto è noto e parla del fatto che quando il 21 Almasri viene rilasciato la Corte non è stata consultata in nessun modo.
I contatti tra l’Aja e l’Italia
Le informazioni in questo comunicato fanno il paio con quelle dei giorni scorsi, circolate anche in ambienti governativi, che ammettevano come l’ambasciatore italiano presso l’Aja avesse fatto sapere all’Italia la imminente richiesta di arresto per Almasri prima ancora che fosse emessa.
L’informazione viene riportata al Coordinatore dell’Unità Crimini Internazionali della Polizia Criminale del Ministero dell’interno. Avviato il contatto, il funzionario della corte forniva alla polizia italiana anche i contatti con l’agente della polizia tedesca che aveva inviato all’Aja tutte le informazioni raccolte su Almasri (è la Germania del resto il primo paese ad essere attivato dall’Aja già il 10 luglio scorso, in quel momento è l’unico paese ad avere la Blue notice) e i due si sono certamente sentiti perché la Germania ha inviato tutto quanto aveva raccolto, compreso il controllo in strada su Almasri del 15 gennaio. Anche qui gli atti sembrano confermare che ogni elemento informativo per correggere o sanare eventuali errori di forma era a disposizione. E che se le cose sono andate diversamente una scelta c’è stata.
(da Open)
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