LA GERMANIA ABBANDONA LA MISSIONE SOPHIA A CAUSA DEI RESPINGIMENTI DI SALVINI: ITALIA ISOLATA, I TRAFFICANTI A TRIPOLI FESTEGGIANO IL FAVORE CHE HA FATTO LORO SALVINI
MENO CONTROLLI, MENO ADDESTRAMENTI DELLA GUARDIA COSTIERA LIBICA, PIU’ SCAFI IN MARE, PIU’ ANNEGATI…E SI SCOPRE CHE L’INTELLIGENCE TEDESCA AVEVA SEGNALATO AL VIMINALE I NOMI DEI TRAFFICANTI, MA SALVINI NON NE HA MAI CHIESTO L’ARRESTO ALLA LIBIA
La Germania esce dall’operazione navale Sophia per il controllo del Mediterraneo. La notizia è stata diffusa solo dai media tedeschi: se confermata significherebbe di fatto la fine della missione. Diminuendo così drasticamente il numero di navi militari attive nel Canale di Sicilia per soccorrere i migranti e controllare i trafficanti di uomini.
Secondo Ntv e Sueddeutsche Zeitung, la fregata Augsburg nei prossimi giorni rientrerà nel Baltico e non verrà sostituita.
Non risulta che il governo Conte e i vertici militari di Roma siano stati informati della decisione. Ma negli ultimi mesi le tensioni sull’operazione europea sono arrivate a un livello altissimo.
La linea di Matteo Salvini, con la chiusura dei porti ai migranti recuperati in mare, ha posto i comandanti delle unità internazionali su una rotta senza uscita.
Le discussioni condotte a Bruxelles si sono concluse senza un accordo definitivo e un rinnovo di soli tre mesi.
Ma il destino di Sophia è apparso segnato. E le fonti governative di Berlino citate dai media attribuiscono ora il ritiro proprio alla “linea Salvini”.
Finisce così la prima grande iniziativa militare europea, nata nel 2015 per sostenere l’Italia nel pattugliamento del Mediterraneo centrale: era il momento del grande esodo di profughi siriani, con la mobilitazione internazionale dopo le stragi in mare.
Il nome ufficiale Eunavformed è stato presto sostituito da quello di una bambina, nata a bordo di una tedesca che aveva soccorso la madre fuggita dalla Somalia: Sophia, appunto, che oggi vive in Germania.
Inizialmente, la flotta si è spinta a ridosso delle coste libiche con l’obiettivo di salvare il maggior numero possibile di persone. La presenza di unità ed elicotteri armati ha impedito agli scafisti di recuperare le imbarcazioni dopo il trasbordo dei migranti.
E infatti i trafficanti hanno cominciato usare gommoni a basso costo, diminuendo le partenze.
In un secondo momento, a partire dal 2017, la zona di pattugliamento si è gradualmente ritirata verso Lampedusa e i salvataggi hanno smesso di essere il compito principale. Le unità europee si sono occupate di formare il personale della neonata Guardia Costiera libica.
L’attività dominante però è stata sin dall’inizio quella di intelligence: una colossale raccolta di informazioni sulle reti degli schiavisti libici e le loro complicità .
Elementi che sono stati forniti alle forze dell’ordine e alla magistratura italiana — come ha scritto Alessandra Ziniti — ma non si sono mai trasformati in incriminazioni: il governo di Roma non ha mai cercato di ottenere dalle autorità libiche l’arresto dei trafficanti.
Quelli che — a parole — il ministro Salvini ripete ogni giorno di volere distruggere.
Lo schieramento nel 2016 comprendeva navi e mezzi aerei di tutti i paesi europei — Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Irlanda, Belgio, Spagna — sotto la guida italiana con quartiere generale nell’aeroporto di Roma Centocelle. Persino il Lussemburgo partecipava con un bimotore da sorveglianza elettronica. Poi la flotta è gradualmente diminuita. E con l’addio dei tedeschi la bandiera di Sophia verrà ammainata.
Con la fine di Sophia si spegne il primo esperimento europeo in materia di Difesa congiunta: una flotta militare interamente formata dai paesi dell’Unione, autonoma rispetto agli Usa. Per l’Italia si è trattato di un’occasione unica dal punto di vista geopolitico, perchè ha riconosciuto il nostro ruolo guida nel Mediterraneo Centrale, affidandoci comando operativo e coordinamento delle attività . Un’occasione che difficilmente si presenterà ancora.
(da “La Repubblica”)
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