LA GERMANIA APRE ALL’OMBRELLO NUCLEARE EUROPEO DI MACRON: IL CANCELLIERE TEDESCO IN PECTORE, MERZ, APRE “ALLA CONDIVISIONE DELLE ARMI NUCLEARI”
MACRON È L’UNICO LEADER EUROPEO IN POSSESSO DEI CODICI DI LANCIO E PROPONE DI PROTEGGERE L’UE GRAZIE ALLA MINACCIA DI RAPPRESAGLIE FRANCESE
«La condivisione delle armi nucleari è un argomento di cui dobbiamo iniziare a parlare». È con queste parole, rivolte a Francia e Gran Bretagna, che il cancelliere tedesco in pectore, in un’intervista domenicale alla Deutschlandfunk, apre alla creazione di un ombrello nucleare europeo. Merz è molto cauto, precisa che ritiene il progetto europeo «complementare» alle armi americane: «Dobbiamo sempre parlare con i due Paesi e ovviamente mantenere il sostegno allo scudo nucleare americano».
Tuttavia, riconosce anche che «la mutata situazione globale della sicurezza spinge gli europei a discuterne». Tre anni dopo la prima offerta in questo senso di Macron, che Olaf Scholz non ha mai recepito facendo finta di non averla sentita, quindi Berlino si mostra possibilista.
Ovviamente, Merz esclude che la Germania possa partecipare a questo tipo di riarmo. Alla Germania è proibito dal dopoguerra avere armi nucleari proprie, vincolata com’è dai trattati internazionali, e anche l’opinione pubblica è ampiamente favorevole — visto ciò che ha fatto il regime nazista — affinché questo obbligo sia mantenuto.
Ma è stato, tra i primi, lo storico leader dei Verdi Joschka Fischer — il partito nato con un unico argomento, «no al nucleare» — a rompere il tabù, precisando che non certo la Germania, ma l’Europa dovrebbe invece discutere se e come dotarsi della Bomba.
Sono altri i Paesi che spingono in avanti. La Polonia, innanzitutto, il cui premier Donald Tusk ha detto alcuni giorni fa che il suo Paese dovrebbe «cogliere le opportunità relative alle armi nucleari». «È tempo — ha aggiunto — di guardare con coraggio alle nostre possibilità di avere le armi più moderne», esplorando le opzioni «non convenzionali»
Insomma, la svolta di Donald Trump ha come corollario non atteso la corsa al nucleare. Come hanno notato molti commentatori, per esempio Yaroslav Trofimov, tra le inattese vittime del riallineamento Russia-Usa rischia di esserci la «non proliferazione nucleare».
Se alcuni Paesi cominciano a pensare di dotarsi un giorno di una forza di deterrenza propria, il dibattito più urgente riguarda come estendere a tutta l’Europa l’ombrello nucleare che già esiste, quello francese, che a differenza di quello britannico è totalmente autonomo, slegato da qualsiasi legame con Washington.
L’unico ad avere la disponibilità dei codici nucleari è il presidente della Repubblica francese, e negli ultimi giorni Emmanuel Macron ha ricordato la lungimiranza del generale De Gaulle, che ha sempre evocato la dimensione europea degli «interessi vitali nazionali» da tutelare.
Macron propone di proteggere tutta l’Europa grazie alla minaccia di rappresaglie nucleari francesi, mantenendo comunque il controllo dell’arsenale a Parigi. Marine Le Pen però è contraria e lo accusa di voler rinunciare anche a «uno degli ultimi simboli della sovranità francese». Il che apre al dubbio che l’ombrello nucleare sull’Europa potrebbe anche richiudersi in fretta, se la leader del Rassemblement national dovesse riuscire a conquistare l’Eliseo, al suo quarto tentativo, nel 2027.
(da agenzie)
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