LA LEGA E’ SOLO UNA TIGRE DI CARTA, IL PDL LA CARTA DI UNO SPARTITO CONSUNTO
LA LEGA E’ AUMENTATA APPENA DELL’1%, MA HA PERSO 195.000 ELETTORI IN UN ANNO, 110.000 SOLO IN LOMBARDIA…IN PIEMONTE HA PERSO 1 ELETTORE SU 6, IN LIGURIA 1 SU 10….IL PDL NE HA PERSI 2.500.000 OVUNQUE, MA SI E’ AUTOPROCLAMATO VINCITORE… QUANDO TORNERANNO A VOTARE 10 MILIONI DI ITALIANI CHE ACCADRA’?
Per gli inguaribili sostenitori del “tutto va bene”, confrontarsi con le cifre è sempre traumatico.
Sentiamo in queste ore un premier che si aggrappa alla canottiera di Bossi e ne glorifica la lealtà (ma non era forse stata la Lega a far cadere il primo governo Berlusconi e la Padania a dare del mafioso al premier?).
Vediamo i cortigiani ululare e i colonnelli disertori raccogliere firme a salvaguardia della propria poltrona, dopo aver bazzicato per anni le anticamere di via della Scrofa in attesa di genuflettersi al capo.
Mentre qualcuno stacca assegni e altri si contano, sarebbe opportuno che si evitasse almeno di contare palle agli italiani.
Facciamo un passo indietro e ritorniamo ai risultati elettorali che hanno avuto un solo reale vincitore, a destra come a sinistra: l’astensionismo.
Con una percentuale di votanti del 62%, sotto persino la soglia delle Europee del 2009, notoriamente l’appuntamento elettorale meno sentito.
Il Pdl ha perso in due anni 4.000.000 di elettori, il Pd poco meno, i partiti minori tra 500.000 e 1.000.000, la Lega circa 200.000.
In un Paese normale un disamore di questo genere avrebbe determinato le immediate dimissioni dei leader dei due principali partiti.
Infatti nel Pd sono cambiati due segretari, mentre nel Pdl la perdita del 6-7% di voti in due anni e del 10% rispetto alla somma dei partiti che l’hanno creato, ha prodotto solo la celebrazione di una sedicente vittoria.
Significativi sono poi alcuni dati che la dicono lunga su come in Italia non contino i numeri, ma solo la capacità di manipolarli.
Vediamo il “fenomeno” Lega e il suo “travolgente” successo che non esiste nei fatti.
E’ vero che in percentuale c’è stato un lieve incremento dell’1%, ma solo perchè gli elettori degli altri partiti hanno avuto una percentuale di assenteisti più forte. La Lega in un anno ha perso infatti anch’essa per strada 195.000 voti.
Andiamo sui dati assoluti regionali: in Lombardia hanno votato per il Carroccio 1.117.227 cittadini contro 1.221.087 dell’anno prima, determinando la perdita di 1 elettore su 12. In provincia di Sondrio la Lega ne ha persi 1 su 4, in quella di Brescia 1 su 6, in Piemonte 1 su 6, in Liguria 1 su 10.
In Veneto, nonostante il traino del candidato presidente Zaia e il crollo del Pdl, la Lega ha avuto solo 22.000 voti in più su 2,3 milioni di voti validi.
Nel quadrilateri Emilia, Toscana, Marche e Umbria, la Lega ha preso solo 16.000 voti in più rispetto al 2009.
Fa sorridere anche il proclamato trionfo nell ‘Emilia rossa da parte dei leghisti: sono solo 10.061 voti in più su 2,8 milioni di voti validi, meno di quanto la Lega abbia perso a Sondrio, ovvero 12.045 voti.
Chiarito che non ha proprio vinto nessuno, sarebbe opportuno che i partiti si interrogassero sulle motivazioni che hanno indotto gli italiani a rifiutare il voto. Chi vota tradizionalmente a sinistra è evidente che non si sente più rappresentato dai suoi partiti di riferimento, chi vota Pdl invece non intende votare un partito che è diventato la cinghia di trasmissione della Lega e che non ha mantenuto gli impegni contenuti nel suo programma di governo.
A questo punto saranno le scelte di questi quasi 10 milioni di elettori che diventeranno determinanti alle prossime politiche.
E chi continua a far finta che i problemi non esistano, perseguendo la politica dello struzzo, rischia un brusco risveglio.
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