LA LETTERA DI RENZI NON PIACE A BERLUSCONI: SI AMMALA E L’INCONTRO SALTA
L’EX CAVALIERE TEMA QUALCHE SCHERZO SULL’ITALICUM E CHIUDE A MODIFICHE
Fastidiosa quasi come un virus.
L’effetto prodotto ad Arcore dalla lettera di Matteo Renzi ai suoi riottosi senatori è misurabile con lo spiffero che trapela dalle mura della villa Brianzola, in merito all’incontro tra Berlusconi e il premier.
Inizialmente previsto per martedì mattina, slitta a causa di un’influenza del Cavaliere. Un giorno, due.
Probabilmente l’ex premier starà tutta la settimana ad Arcore. Un virus, appunto.
La verità è che la “mossa” di Renzi all’ex premier non è piaciuta affatto. Anzi, alimenta quei sospetti che nella corte berlusconiana aleggiano da giorni.
Proprio ieri Giovanni Toti, tra il serio e lo scherzoso, ha svelato che il patto del Nazareno è scritto.
Dichiarazione che suona come un avvertimento a Renzi, indiziato da parecchi azzurri di volere, in verità , un ritorno al Mattarellum per puntare al voto o un ritorno al voto punto e basta.
In fondo, se un patto è scritto, ci vuole poco a renderlo pubblico se uno dei contraenti non lo rispetta.
E il patto prevede che l’Italicum, così come uscito dalla Camera sia intangibile. Perchè dunque Renzi riapre o fa finta di riaprire una trattativa considerata chiusa da Berlusconi?
È attorno a questo quesito che si consuma un pomeriggio in cui i dichiaratori azzurri tacciono, Berlusconi è col virus, Verdini e Renzi hanno abboccamenti per rassicurarsi a vicenda.
La lettura di Denis è che il premier ha fatto solo una mossa tattica, con l’obiettivo di smontare l’ostruzionismo di pezzi del suo schieramento, da Vendola passando per i critici all’interno del Pd.
Per la serie: io apro a modifiche sull’Italicum, voi fate passare la riforma del Senato. Una conferma che di tattica si tratta sarebbe data dalla voluta ambiguità dell’apertura renziana.
Questo il passaggio letto e riletto nel lungo pomeriggio di Arcore: “Abbiamo convenuto circa i punti fondamentali: chiarezza del vincitore, premio di maggioranza proporzionato, principio dell’alternanza, ma la discussione del Senato consentirà di affrontare i nodi ancora aperti: preferenze, soglie, genere”.
Appena si capirà che l’ostruzionismo non cessa, prosegue il Verdini pensiero, Renzi li manderà tutti al diavolo per tirare dritto sugli accordi presi, senza toccare di una virgola la legge elettorale sottoscritta.
Il problema è che il primo ad avere più di un sospetto sulla condotta del premier è proprio Berlusconi.
Un azzurro di rango la mette così: “Renzi scrive la lettera perchè non tiene una parte dei suoi. Il problema è che così facendo noi perdiamo i nostri. Vuole trattare con noi o con Sel e Alfano?”.
Musica per il proselitismo interno dei dissidenti. Ecco, calma dunque.
Perchè secondo l’ex premier non c’è nessun bluff. L’Italicum è tornato in ballo. “Ogni modifica deve essere condivisa” dice Paolo Romani.
Ma per ora le preferenze restano un tabù assoluto. Così come le soglie di accesso.
Le modifiche per chiudere con la minoranza del Pd per Berlusconi potrebbero rendere la legge elettorale non più conveniente.
A caldo la linea è trattare sulle soglie ma non sulle preferenze.
Ma si tratta di una partita ancora lunga. E piena di incognite.
(da “Huffingtonpost”)
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