LA LIFELINE HA TUTTE LE CARTE IN REGOLA, E’ TONINELLI CHE DOVREBBE VERGOGNARSI
UN MINISTRO CHE NON CONOSCE LE NORME INTERNAZIONALI: MA COSA VUOI SEQUESTRARE IN ACQUE INTERNAZIONALI O MALTESI? A CHI DAI ORDINI CHE NON HAI TITOLO PER FARLO? MA PENSA A SOCCORRERE I PROFUGHI COME TI IMPONE LA LEGGE E AD APRIRE I PORTI
La nave dell’ong tedesca Lifeline è al centro di un nuovo caso politico fra Italia e Europa, simile a quello che pochi giorni fa era capitato all’Aquarius.
Nel corso di alcune operazioni al largo della Libia la nave ha soccorso 229 migranti, ma il governo italiano non intende rendere disponibili i suoi porti — spiegando che l’Italia non può essere l’unico paese ad accogliere queste navi — e ha addirittura minacciato di sequestrarla, cosa che secondo il diritto internazionale non avrebbe titolo per fare.
Stando alle ultime notizie, la nave si trova nelle acque di Malta: il governo italiano e la capitaneria di porto avrebbero chiesto al governo maltese di accoglierla nei suoi porti e di arrestare il suo equipaggio.
Come se Toninelli avesse titolo per ordinare ad altri Paesi cosa fare.
Il governo italiano contesta a Lifeline — e alla nave Seefuchs di Sea Eye, un’altra ong tedesca che sta continuando a lavorare nei pressi della Libia — sostanzialmente due cose: che intenda portare i migranti che ha soccorso in Italia, e che batta bandiera olandese nonostante sia di un’associazione tedesca.
Partiamo dalla seconda cosa, ma prima facciamo un passo indietro.
Ogni stato concede la sua bandiera a una nave privata a patto che fra la stato e la nave esista un «legame sostanziale», come prevede l’articolo 91 della Convenzione ONU sui diritti del mare (PDF) entrata in vigore nel 1994.
In questo modo la nave e il suo equipaggio accettano la giurisdizione dello stato di cui battono bandiera.
Ma il diritto internazionale non contiene indicazioni su cosa sia esattamente un legame sostanziale, e ognuno si regola come crede.
Alcuni paesi, come i Paesi Bassi, offrono alle navi regimi fiscali e burocratici molto morbidi. Un paese abbassa volontariamente i suoi standard fiscali e legislativi per attirare più investitori (e quindi più soldi).
Le ong si registrano in posti del genere per questi motivi: pagare meno tasse e avere meno noie possibili dai paesi in cui operano, anche per ragioni di libertà di azione.
Come spiega uno studio di Caterina Montebello, che ha insegnato Diritto della navigazione all’Università di Palermo, il criterio del “legame sostanziale” è stato introdotto per incoraggiare gli stati a «un’attuazione più effettiva degli obblighi» dello stato stesso nei confronti della nave, e non per «stabilire criteri in base ai quali altri Stati possano contestare la validità di registrazione di una nave nello Stato di bandiera».
In altre parole: qualsiasi nave può fare richiesta per battere legittimamente bandiera di un certo Stato, per pagare meno tasse o mettersi al riparo da eventuali persecuzioni. Gli Stati sono liberi di decidere i criteri con cui concedere la loro bandiera, ma si impegnano a occuparsi effettivamente delle loro navi: quindi sanzionarle se violano le loro leggi e il diritto marittimo internazionale, oppure proteggerle da eventuali soprusi.
Nel caso della Lifeline e di Sea Eye, i Paesi Bassi hanno scelto una terza opzione fra sanzionarle e proteggerle: si sono tirati fuori sostenendo che le navi non risultano nei loro registri. La rappresentanza dei Paesi Bassi all’Unione Europea ha scritto su Twitter che la Lifeline e la Seefuchs non sono registrate nel paese, e che «non stanno navigando battendo bandiera olandese secondo la responsabilità statale prevista dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare».
Tutte e due le ong, però, hanno diffuso documenti in lingua olandese che provano un legame coi Paesi Bassi.
Lifeline, contattata da Reuters, ha spiegato che la sua nave era troppo piccola per poter essere iscritta nel registro “ufficiale” olandese e che esiste un altro registro per imbarcazioni più piccole.
La certificazione prodotta prova che la nave ha diritto a battere bandiera olandese, quindi è falso che sia una “nave pirata” o “apolide” come quache imbecille ha sostenuto.
Ok, ma perchè allora portano i migranti in Italia?
La bandiera battuta da una certa nave non c’entra nulla con il porto dove sbarcare un gruppo di persone soccorse in mare, al contrario di quanto ha suggerito il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini.
Le ong che soccorrono i migranti seguono la cosiddetta convenzione di Amburgo del 1979 e altre norme sul soccorso marittimo, che prevedono che gli sbarchi di persone soccorse in mare debbano avvenire nel primo “porto sicuro” sia per prossimità geografica sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani.
La Tunisia è un paese relativamente sicuro ma non è attrezzato per garantire i bisogni dei migranti, e a giudizio degli operatori delle ong non ha una legislazione completa sulla protezione internazionale.
Malta ha la metà degli abitanti di Genova e il quintultimo PIL dell’Unione Europea, e si occupa già dei migranti che riesce a gestire. Grecia, Francia e Spagna sono troppo lontane dalle coste libiche: per non parlare dei Paesi Bassi, a cui appartiene la bandiera che battono Lifeline e Seefuchs.
È per questo che le ong trasportano in Italia, e solo in Italia, tutte le persone che soccorrono nei pressi della Libia: i porti italiani sono semplicemente i più vicini e sicuri.
E veniamo a Toninelli.
Preso atto che ha dichiarato il falso quando ha parlato di nave pirata o apolide, in quanto i documenti prodotti dalla nave attestano il contrario, considerato che dovrebbe conoscere le regole olandesi sulle imbarcazioni di piccole dimensioni e la ufficialità delle certificazioni Imo, è riuscito a sostenere tesi palesemente contradditorie.
1) In acque internazionali o maltesi non può sequestrare una mazza.
2) In acque italiane (ovvero a 30 miglia dalla costa) è la magistratura e non lui che può procedere al sequestro.
3) Il sequestro esula dai compiti della Guardia Costiera essendo compito di navi della Marina Militare
4) Non ha titolo per “ordinare” a Malta di accogliere la nave, seemmai è Frontex a dover avanzare la richiesta
5) Il massimo dell’umorismo è infine aver chiesto al comandante della nave (dopo aver detto che andava arrestato) se per cortesia faceva anche lui richiesta a Malta per l’attracco.
6) Se si appurera’ che la Lifeline aveva chiesto aiuto al coordinamento italiano e questo l’ha negato su indicazione di Toninelli è passibile di denuncia per omissione di soccorso.
(da agenzie)
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