LA MELONI SI CONSIDERA “UNA DEL POPOLO”, MA IL POPOLO NON LA CONSIDERA PARTE DI SÉ: UN ITALIANO SU QUATTRO È RASSEGNATO RISPETTO ALLA POLITICA, TROPPO LONTANA DAI BISOGNI REALI
L’ASTENSIONE SI AVVICINA AL 50%… UNO SU DUE È PESSIMISTA SUL FUTURO. L’INFLAZIONE PREOCCUPA IL 46% DEI CITTADINI…LA VITA COSTA SEMPRE DI PIÙ MENTRE GLI STIPENDI RIMANGONO INCHIODATI
La stagnazione economica e le crisi politiche e sociali degli ultimi anni hanno portato ad un senso di immobilismo e di mancanza di prospettive, facendo sentire le persone intrappolate, ognuna nella propria realtà.
Le complicate esperienze della vita quotidiana di molti italiani hanno accentuato questa sensazione di isolamento, dando origine a quella che si potrebbe definire una “bolla sociale” in cui è facile sentirsi distaccati dalle dinamiche generali dell’intero sistema Paese.
Infatti, mentre è noto a tutti che la globalizzazione ha portato molte influenze esterne, i cittadini privi degli strumenti per poter razionalizzare l’evoluzione degli eventi, si sono sentiti totalmente sopraffatti in cerca di nuovi appigli o punti di riferimento. In tutto questo la politica ha sempre giocato un ruolo cruciale nella vita dei cittadini influenzando la vita quotidiana della società sotto molteplici aspetti.
Eppure, negli ultimi 15 anni ci sono stati diversi fattori che hanno portato a una crescente disillusione verso le istituzioni politiche manifestandosi in primo luogo con la crescita esponenziale dell’astensione al voto.
Ora il rapporto di fiducia con chi ha già assaggiato il ruolo guida nei governi degli ultimi anni si è logorato, perché non è più sufficiente conoscere il listino prezzi del supermercato per accorgersi che gli stipendi sono fermi da anni –e troppo bassi-, mentre il prezzo della vita aumenta senza pietà alcuna.
Emerge quindi una sensazione di forte disagio e di sconforto che opprime la popolazione e che appare limitata a coloro che si sentono prigionieri della “bolla”. Si è generato così negli anni un percepito di scollamento proprio tra i cittadini e le istituzioni politiche di riferimento. In una delle ultime indagini di Euromedia Research 1 cittadino su 4 si dichiara rassegnato rispetto alla politica, mentre 1 su 5 ha un forte desiderio di cambiamento e rinnovamento.
In questa breve panoramica delle emozioni la fiducia, l’ottimismo e la soddisfazione occupano gli ultimi posti della scala di valore. Il tema dell’inflazione, denunciato insieme al carovita sempre ai primi posti tra le priorità dei cittadini, è fondamentale per l’economia familiare poiché può avere un impatto significativo proprio sul potere di acquisto e sulla pianificazione finanziaria.
Se i prezzi aumentano, le famiglie potrebbero trovare complicato mantenere un livello di vita accettabile se anche gli stipendi non crescono proporzionalmente. Ed ecco come gestire le finanze familiari diventa essenziale per coprire le spese giornaliere come alimenti, casa, trasporti, bollette.
Tuttavia, contrariamente a quanto si è abituati a credere, le scelte di spesa che si decidono ogni giorno non coinvolgono solo il denaro, ma anche una serie di emozioni come la paura, la rabbia, l’invidia, la frustrazione, la delusione… e, mai come gli ultimi tempi, la mancanza di ottimismo e di fiducia. Quasi un cittadino su 2, riflettendo sulla propria situazione economica, si dichiara pessimista (46.1%).
È provato che i cittadini sono sempre molto severi con i politici, soprattutto se non mantengono le promesse specialmente in tempi di crisi economica. Tuttavia, se le offerte politiche non cambiano radicalmente o se non emergono nuove liti nella maggioranza di governo o non si creano nuovi fatti intralcianti o –addirittura– sbocciano nuove forze politiche in grado di attrarre un ampio consenso, è probabile che nulla si modifichi per un po’… l’unico vero rischio per il governo è il logorio giorno dopo giorno di fronte all’opinione pubblica.
(da La Stampa)
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