LA PATRIMONIALE “OCCULTA” L’HANNO GIA’ MESSA
NEL 2014 SU IMMOBILI, AUTO E ALTRI BENI GLI ITALIANI PAGHERANNO 44 MILIARDI… CGIA DI MESTRE: NEL 2013 DALLA CASA SONO ARRIVATI 20 MILIARDI, 6 DAL BOLLO
Sarà un autunno caldo per le famiglie italiane che già si aspettano, al ritorno dalle ferie, una nuova manovra.
Anche se puntualmente smentita infatti le condizioni dell’economia sono talmente cambiate, rispetto alle previsioni, che l’intervento correttivo per compensare il calo del Pil atteso per l’anno è inevitabile.
Meno ricchezza prodotta, infatti, indebolisce il gettito stimato e dunque richiede misure che taglino le spese o che aumentino le entrate.
Nell’attesa di conoscere di quale destino devono morire i contribuenti italiani e sperando che la troika Bce-Ue-Fmi non imponga nuove misure draconiane al bilancio dello Stato si possono fare i conti con la patrimoniale «occulta» che tutti gli italiani possessori di immobili già pagano.
Sebbene avversata ideologicamente dal pensiero più liberale e detestata anche in una certa sinistra che di immobili ne possiede in gran quantità , spesso anche in amene località e centri storici, la patrimoniale in realtà gli italiani già la pagano. E anche cara.
Solo lo scorso anno, la tasse che colpiscono i beni e non il frutto del lavoro hanno garantito alle casse statali ben 41,5 miliardi di euro.
A fare i conti è stato l’Ufficio studi della Cgia che dopo averle individuate ne ha calcolato l’impatto sulle tasche dei contribuenti italiani. aggiungendo che «purtroppo, la situazione per l’anno in corso è destinata a peggiorare ulteriormente».
Non solo. La patrimoniale di quest’anno sarà ancora più pesante.
«Con l’introduzione della Tasi – ha commentato il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – nel 2014 ritorneremo a pagare quanto abbiamo versato nel 2012: attorno ai 44 miliardi di euro. Si pensi che dal 1990 il gettito è addirittura quintuplicato. Le più onerose sono l’Imu, l’imposta di bollo, il bollo auto e l’imposta di registro: i versamenti di queste quattro imposte incidono sul gettito totale per oltre l’89 per cento».
In termini di gettito l’imposta più pesante per le tasche degli italiani è l’Imu: nel 2013 ha garantito alle casse dello Stato e dei Comuni ben 20,2 miliardi di euro.
Seguono l’imposta di bollo (6,6 miliardi di euro), il bollo auto (5,9 miliardi di euro) e l’imposta di registro (4,3 miliardi di euro).
«Le imposte patrimoniali – spiega la Cgia – sono quelle che di fatto gravano sulla ricchezza posseduta dalle persone in un determinato momento. La ricchezza è intesa in senso ampio e comprende i beni immobili (case, terreni), i beni mobili (auto, moto, aeromobili, imbarcazioni), gli investimenti finanziari, etc.
Di solito, nei manuali di diritto tributario le imposte patrimoniali sono classificate come imposte dirette.
Le imposte dirette sono quelle che colpiscono direttamente la capacità contributiva del contribuente senza attendere che si verifichino fatti o atti particolari.
L’analisi della Cgia è stata dedicata ad individuare le imposte il cui gettito complessivo sia espressione di imposizione patrimoniale in modo da studiarne l’evoluzione nel tempo.
Il criterio seguito è stato quello di considerare quelle forme di imposizione che colpiscono la ricchezza nelle diverse forme in cui questa si manifesta (ad esempio immobili, auto, barche, aeromobili, disponibilità finanziarie) sia che la tassazione riguardi la semplice detenzione che il suo trasferimento.
Le imposte patrimoniali considerate dall’Ufficio studi della Cgia sono: imposta di registro e sostitutiva; imposte di bollo; imposta ipotecaria; diritti catastali; Ici/Imu; bollo auto; canoni su telecomunicazioni e Rai Tv; imposta sulle transazioni finanziarie; imposta sul patrimonio netto delle imprese; imposta su secretazione dei capitali scudati; imposte sulle successioni e donazioni; imposta straordinaria sugli immobili; imposta straordinaria sui depositi; imposta sui beni di lusso. Lezione di scienza delle Finanze a parte resta il fatto che un ridisegno della tassazione in Italia può anche essere affrontato, visto che il mondo economico negli ultimi 10 anni è cambiato.
Ed è anche inevitabile che la sproporzione tra il peso fiscale che grava sul lavoro e quello che colpisce la rendita sia ridotta.
Come al solito, però, la rivisitazione è fatta sempre in un senso.
Alla crescita dei balzelli sui patrimoni, non è ancora corrisposta una discesa reale di quelli sui dipendenti.
Una stortura sulla quale gli italian attendono correzioni.
Filippo Caleri
(da “il Tempo“)
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