LA PENOSA POLEMICA DI FRATELLI D’ITALIA SULLA “FOTO SESSISTA” DI REPUBBLICA SULLA MELONI CHE HANNO VISTO SOLO LORO
LA FOTO DI UNA POLITICA CHE FA UN COMIZIO CON IL MICROFONO SAREBBE ALLUSIVA? MA FATEVI CURARE DA UNO BRAVO
Alzi la mano, anzi il dito, chi – guardando la prima pagina di Repubblica – ha notato la presuna allusione sessista della foto scelta per l’apertura del giornale.
Sicuramente, si vede un’immagine molto grande di Giorgia Meloni, sicuramente la sua espressione non sembra tra le più rassicuranti, il dito puntato verso l’interlocutore (o verso gli interlocutori di un comizio o di un convegno) dichiara un tono velatamente minatorio.
Il titolo – Il diktat – è sicuramente evocativo di poteri forti e di futuri oscuri per la prossima legislatura (la posizione di Repubblica su Fratelli d’Italia è stata sempre molto chiara).
Ma il presunto “sessismo” della foto è una cosa che non salta certo all’occhio. Fino a quando, almeno, non ha puntato l’attenzione sul tema Guido Crosetto, l’imprenditore con il passato in Fratelli d’Italia, che ha scritto un tweet in proposito: «A Repubblica non bastava infarcire quotidianamente il giornale di articoli che insultano, attaccano e diffamano, Giorgia Meloni e FDI. Era troppo poco. Quindi oggi hanno raggiunto un nuovo livello, superato altri confini: quelli della decenza, del buon gusto e del rispetto».
Nessuno aveva notato quello che prima Crosetto e poi altri esponenti di Fratelli d’Italia (che ha pubblicato anche una presa di posizione ufficiale in merito) hanno invece evidenziato: la presenza di un microfono in corrispondenza della bocca di Giorgia Meloni.
Starebbe qui, secondo la loro opinione, la volgarità sessista della scelta della fotografia.
Il microfono non è stato aggiunto in maniera posticcia alla foto: fa parte dello scatto, che viene fornito alle redazioni dalle agenzie fotografiche – nella fattispecie dalla Reuters.
In passato, dichiarati intenti sessisti erano resi espliciti dalla presenza di caricature o di modifiche in postproduzione delle fotografie. Eppure, tutto lo stato maggiore di Fratelli d’Italia ha cercato di sollevare la polemica: Tiziana Drago, Daniela Santanché, Carolina Varchi hanno parlato di toni da taverna e di machismo per questa scelta giornalistica.
Non si è fatta attendere la replica del direttore di Repubblica, Maurizio Molinari: «L’accusa – dice Molinari – è indicativa della cultura politica di un partito che si candida a governare il Paese e che anziché rispondere all’opinione pubblica su temi dirimenti come quello dei diritti, delle libertà costituzionali, del genere, preferisce eccitarla e confonderla con la manipolazione grossolana del lavoro di chi facendo giornalismo di questi tempi non smetterà di chiedere conto».
(da agenzie)
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