LA PIAZZA DI LANDINI SFIDA RENZI E BATTE SALVINI: 50.000 IN PIAZZA DEL POPOLO PER LA COESIONE SOCIALE
“ABBIAMO GIA’ PIU’ CONSENSO DEL GOVERNO”… PRESENTE TUTTA LA SEGRETERIA CGIL COMPRESA LA CAMUSSO E PEZZI DELLA SINISTRA PD, DA CUPERLO A FASSINA A CIVATI
“Oggi inizia una nuova primavera: Renzi stia tranquillo che noi abbiamo più consensi del governo”. Sono le parole pronunciate dal segretario della Fiom Maurizio Landini arrivando alla manifestazione organizzata da Coalizione sociale nel centro di Roma. E’ partita da piazza della Repubblica a Roma la manifestazione nazionale indetta dalla Fiom contro il Jobs act, per “i diritti, il lavoro, la democrazia”.
Si stima che le presenze siano circa 50mila.
Ci sono tra gli altri Pippo Civati, Gianni Cuperlo, Rosy Bindi, Stefano Fassina e Nichi Vendola. In piazza anche la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, che chiede “un piano per il lavoro”.
Il leader dei metalmeccanici della Cgil insiste nel ribadire l’intenzione di mettere insieme tutti i lavoratori: lo slogan per oggi infatti è “Unions”, “perchè noi vogliamo unire — dice Landini — tutto quello che il governo sta dividendo”.
Manifestazione politica? “Si, certo”, risponde lui. “La novità vera e importante di questa manifestazione è che c’è tutta la segreteria della Cgil”, ha annotato Landini.
“Pensiamo di avere più consenso di quello che ha il governo”, ha detto in apertura del corteo Landini, lanciando il guanto di sfida a Renzi su un terreno a lui molto sensibile come il gradimento popolare.
“Vogliamo davvero cambiare questo paese ma rappresentando gli interessi di chi lavora: oggi è una nuova primavera”, ha dichiarato.
Landini preme il gas e lo rilascia, strappa e ricuce. “Non siamo in piazza per difendere cose che non ci sono più, anche perchè ci hanno tolto tutto. E Renzi stia tranquillo, non siamo qui contro di lui, ma abbiamo l’ambizione di proporre idee per il futuro dell’Italia”.
A stretto giro, poi, ripartono gli attacchi all’esecutivo e a chi lo sostiene: “Il governo e Confindustria vogliono solo rendere il lavoro una merce, come era nell’800″, afferma il leader della Fiom.
E si registra la risposta, a tratti sprezzante, dello stesso Renzi: “La Fiom in piazza? E’ l’ennesimo corteo”.
La replica però arriva proprio dalle fila della sinistra critica presente alla manifestazione. “Sono qui come parlamentare di una parte del Pd — risponde Stefano Fassina — c’è un pezzo importante di popolo che dobbiamo rappresentare. Del Pd siamo pochi ma il Pd non è fatto solo dai gruppi parlamentari e da Matteo Renzi e dispiace che Renzi tratti questa manifestazione con disinvoltura, come l’ennesima parata”.
“Se vuoi risolvere i problemi, devi fare milioni di assunzioni. Il problema non sono quelle di gennaio e febbraio”. Sono state queste le prime parole di Maurizio Landini, arrivando a piazza della Repubblica di Roma per la manifestazione della Fiom.
Intenso l’intervento di Stefano Rodotà .
“Oggi è una giornata diversa dalle altre, un fatto che inquieta. Qui non stiamo disturbando un manovratore ma va riconosciuta la dignità dei lavoratori, garantire l’esistenza dignitosa è un obbligo costituzionale. Ai lavoratori va bene che venga riconosciuto diritto di presenza e parola in tutte le situazioni. Ciò che va bene per i lavoratori va bene per l’Italia. Questa è la frase che dobbiamo dire oggi” dice dal palco di piazza del Popolo.
“Se oggi c’è una frase che dovrebbe inquietare tutti è ‘Non ci sono alternative’ perchè vuol dire che la democrazia è mutilata. Oggi insieme stiamo cercando di costruire un futuro che non è quello che ci viene promesso in questo momento” continua.
“E sul premier, ancora: “Renzi che respinge con una certa sufficienza parlando di ‘pigrizia del professorone’ dico che io sono così poco pigro che sono qui con le stampelle. E’ un segno di inferiorità l’uso di questo termine”.
Parole anche sul Jobs Act: “Se la Costituzione dice che il lavoro è il fondamento della democrazia, anche le risorse devono essere distribuite con questa gerarchia costituzionale”.
“La passività – conclude – è l’anticamera della resa e non mi pare che qui ci siano persone disposte ad arrendersi”.
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