LA PRESA PER I FONDELLI DELLA PENSIONE DI CITTADINANZA A 67 ANNI: RIGUARDERA’ SOLO 500.000 PENSIONATI RISPETTO AI 3,2 MILIONI CHE VIVONO CON IL MINIMO PENSIONISTICO, OVVERO IL 15%
E L’AUMENTO SARA’ SOLO DI 138 EURO AL MESE, PASSANDO DA 507,42 A 645,52 EURO
Il reddito di cittadinanza diventa pensione di cittadinanza per i nuclei familiari composti esclusivamente da uno o due componenti con età pari o superiore a 67 anni (requisito adeguato negli anni a venire alla speranza di vita).
In questo caso il beneficio economico è riconosciuto ai nuclei con Isee non inferiore a 7.560 euro (in caso di beneficiario unico) e non potrà essere superiore ai 9.360 euro nel caso i beneficiari vivano in casa di proprietà .
La quota di pensione di cittadinanza destinata al sostegno all’affitto è prevista in un massimo di 1.800 euro.
Come nel caso del Reddito di cittadinanza la somma della quota affitto e della quota integrazione non supera i 780 euro.
La novità è che il limite di età , rispetto alle previsioni e alle anticipazioni, è stato aumentato di due anni da 65 a 67 anni: rispetto alla bozza originaria, nel testo del Dl il requisito si alza dai precedenti 65 a 67 anni: sarà un’integrazione al reddito di 630 euro (882 euro per due componenti), con ulteriori 150 euro di contributo all’affitto (per due componenti, dunque, in totale si arriva a 1.032 euro).
La pensione di cittadinanza a 780 euro, «un segno di civiltà » come diceva Luigi Di Maio, finirà quindi nelle tasche di soli 500 mila pensionati, un 15% appena dei 3 milioni e 200 mila che vivono grazie all’integrazione al minimo e che oggi ricevono 507 euro e 42 centesimi al mese.
Lo stanziamento sarà di 900 milioni sui nove miliardi a disposizione, ovvero il 10%. Il resto verrà così suddiviso: 7,1 miliardi al reddito di cittadinanza (di cui 2,2 miliardi già messi dal governo Gentiloni per il Rei) e 1 miliardo ai centri per l’impiego.
A conti fatti dunque, i più fortunati tra i pensionati poveri riceveranno 138 euro al mese. Passando così a 645 euro e 42 centesimi.
Non proprio la soglia “di cittadinanza”.
Le risorse a disposizione, come già sembrava chiaro a molti osservatori, sono insufficienti per arrivare a tutti. E la riuscita del reddito di cittadinanza viene considerata prioritaria, sebbene ci siano «difficoltà potenziali» nella sua attuazione, ammette ora Stefano Buffagni, sottosegretario a Palazzo Chigi.
(da “NextQuotidiano”)
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