LA PROCURA DI MILANO DENUNCIA “CAMERA DEI DEPUTATI COMPLICE DI BERLUSCONIâ€
“TUTELANO LA PERSONA DEL PREMIER, NON LA CARICA”
La Camera dei deputati non ha alcun rispetto per le funzioni istituzionali, ma vuole solo proteggere Silvio Berlusconi.
E sul caso Ruby è andata anche contro la Costituzione.
È scritto, con parole a tratti più sfumate ma inequivocabili, nel ricorso del procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati, contro il conflitto di attribuzioni sollevato dai deputati alla Corte costituzionale.
Un conflitto che nel luglio scorso, come sempre in questi casi, la Consulta ha dichiarato ammissibile ma che giudicherà nel merito nei prossimi mesi.
Si legge nella memoria firmata dal professor Federico Sorrentino, che rappresenta la procura: ”Il dubbio sollevato dalla Camera sulla possibile natura ministeriale di una delle condotte contestate al presidente del Consiglio è tutto fuorchè ‘ragionevole’ e pone in luce la sua tendenza a proteggere la persona del presidente del Consiglio piuttosto che la sua funzione.
Se non altro perchè è basato su una supposizione, l’essere cioè Karima El Mahroug parente dell’ex capo di Stato egiziano (Mubarak, ndr), pacificamente infondata. Sicchè non vi è alcuno spazio per affermare che il presidente del Consiglio abbia agito per la difesa del supremo interesse dello Stato”.
Non a caso nella memoria vengono ricordati i fatti: il fermo di Ruby, a Milano, il 26 maggio 2010, la telefonata di Berlusconi in questura per chiedere il rilascio della “nipote di Mubarak”, l’affidamento formale a Nicole Minetti, ma in realtà , alla prostituta Michelle.
La ricostruzione di quanto accaduto porta la Procura di Milano a una critica feroce alla Camera: “Con una decisione che la stessa Presidenza ha evidenziato essere senza precedenti, anzichè pronunciarsi sull’autorizzazione alla perquisizione (degli uffici del cassiere di B., Giuseppe Spinelli, ndr)… deliberava di restituire gli atti all’autorità giudiziaria, ritenendola incompetente in considerazione del possibile riconoscimento della qualificazione come reato ministeriale del reato di concussione’”.
È riportato l’intervento del deputato Pdl, Maurizio Paniz: “Poichè il presidente del Consiglio – disse – asserisce di aver agito ritenendo che la ragazza fermata fosse davvero la nipote di Mubarak, il reato di concussione si configurerebbe come reato ministeriale in quanto commesso nell’esercizio delle funzioni governative per la tutela del prestigio internazionale dell’Italia e delle relazioni internazionali del nostro Paese” .
Parole, quelle, ridicolizzate: “Sebbene – prosegue la memoria – nel suo ricorso il difensore della Camera cerchi di sorvolare questo passaggio, non si può omettere di considerare che, per quanta possa apparire risibile, è il nucleo fondante della tesi sostenuta dalla maggioranza della Camera. Una tesi, invero, che urta contra il comune buon senso e contro ogni evidenza dei fatti”.
La Procura di Milano accusa la Camera anche di aver violato la Costituzione poichè “Si è arrogata il potere di interferire con l’esercizio del potere giudiziario al di fuori di qualsiasi previsione costituzionale” e osserva che ha sovrapposto “una propria valutazione giuridica a quella del giudice, quando invece a essa spetta – in materia di reati ministeriali – solo una valutazione politica sull’operato dei membri del govemo, restando ben fermo il fondamentale principio costituzionale dell’indipendenza del giudice nella sua attività interpretativa…”.
Ma – si legge ancora – il quesito che deve esaminare la Consulta, “a quanto è dato intendere” non è se il reato imputato a Berlusconi sia ministeriale o comune, ma se “ogni volta che sia iniziato un procedimento penale a carico di un ministro o del presidente del Consiglio” il magistrato debba investire il Tribunale dei ministri che poi deve rivolgersi alle Camere per l’autorizzazione.
La tesi viene respinta.
Nel ricorso si citano leggi e sentenze della Cassazione per sostenere che non c’è alcun obbligo di investire il Tribunale dei ministri qualora un magistrato ritenga che il reato sia comune, come per il caso Ruby.
Secondo i pm, il giudice per le indagini preliminari che ha disposto il giudizio immediato e il tribunale che sta processando Berlusconi, la concussione eventuale è stata commessa nella “qualità ” di presidente del Consiglio e non nella “funzione”.
Ora Bruti Liberati chiede alla Corte costituzionale che dichiari, nel merito, “inammissibile o, in subordine, infondato, il conflitto”.
Antonella Mascali
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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