LA PROCURA DI RAGUSA CI RIPROVA: “ACCORDO COMMERCIALE TRA LA COMPAGNIA DANESE MAERSK E L’ARMATORE DELLA MARE JONIO DELLA ONG MEDITERRANEA PER TRASBORDO MIGRANTI”
DOPO VARI FALLIMENTI GIUDIZIARI, LA PROCURA CONTESTA “STRANAMENTE” IL PRESUNTO REATO DI FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA SOLO AGLI ARMATORI DELLA MARE JONIO MA NON A QUELLI DANESI DELLA MAERSK… E NON CONTESTA LA VIOLAZIONE DELLE NORME INTERNAZIONALI SUL SOCCORSO IN MARE ALLE AUTORITA’ MALTESI CHE SI SONO RIFIUTATE DI INTERVENIRE IN ACQUE MALTESI PER 38 GIORNI
“Un accordo di natura commerciale tra le società armatrici”, finalizzato al trasbordo di un gruppo di migranti bloccati in mare a bordo della nave cargo Maersk Etienne bloccata per 37 giorni in mare senza l’assegnazione di un porto di sbarco.”
E’ questa l’accusa mossa dalla procura di Ragusa alla società armatrice della nave “Mare Jonio”, adoperata da “Mediterranea Saving Humans” nelle operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia.
Nel corso della mattinata gli inquirenti hanno voluto fare una precisazione: la Procura di Ragusa non ha inchieste sulla gestione delle Ong nei soccorsi in mare, ma “soltanto su un episodio in cui sono coinvolte due società commerciali” e nessun componente della Mediterranea saving humans è indagato.
Lo ha spiegato all’Ansa il procuratore capo Fabio D’Anna.
I reati contestati sono quelli di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – si legge in una nota della procura siciliana – e di violazione alle norme del Codice della Navigazione”.
Questa mattina un gruppo interforze composto da diversi reparti di Guardia di finanza, Polizia e Capitaneria di porto “ha dato esecuzione ad un decreto di perquisizione personale e locale e sequestro nei confronti della società proprietaria ed armatrice del rimorchiatore “Mare Jonio” e di alcuni soggetti”, in totale quattro persone tra i quali amministratori e dipendenti della società armatoriale. Tra i quattro indagati vi sarebbero anche Giuseppe Caccia, Luca Casarini e Alessandro Mez.
I fatti oggetto dell’inchiesta risalgono allo sbarco di 27 migranti avvenuto il 12 settembre scorso nel porto di Pozzallo. Gli stranieri erano stati trasbordati il giorno precedente dalla “Maersk Etienne”, una nave adibita al trasporo di animali, di proprietà della più importante compagnia di navigazione mercantile del mondo.
“Le indagini fin qui svolte, corroborate da intercettazioni telefoniche, indagini finanziarie e riscontri documentali – informa la procura -, hanno permesso di far emergere che il trasbordo dei migranti effettuato dall’equipaggio della “Mare Jonio”, che secondo l’accusa non aveva avuto indicazioni dalle autorità maltesi, competenti in quel tratto di mare ma che per oltre un mese si erano rifiutate prendere in carico la gestione del caso”.
Il trasbordo sarebbe avvenuto “solo dopo la conclusione di un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi, accordo in virtù del quale la società armatrice della motonave Mare Jonio ha percepito un ingente somma quale corrispettivo per il servizio reso”.
Al momento non viene precisato di quale natura e di quale importo sarebbe l’accordo. Le indagini sono ancora in corso e sono finalizzate “a ricercare ed acquisire ogni elemento documentale e/o su supporto elettronico utile a comprovare i rapporti tra gli indagati e tra essi e la società danese armatrice della Maersk Etienne”, che al momento non risulta sottoposta a indagine.
Già in passato la procura di Ragusa aveva avviato indagini su diverse Ong, accusate di favoreggiamento dell’immigrazione. Inchieste fino ad ora mai approdate a condanne.
(da Avvenire)
In sintesi
1) Una nave commerciale soccorre 27 naufraghi in acque maltesi e li mette in salvo sulla propria nave.
2) La nave chiede un porto di sbarco per far scendere i migranti, Malta lo nega e per 38 giorni, in violazione delle leggi internazionali, si rifiutano tutti di intervenire
3) La nave commerciale trasporta animali, quindi al danno della sosta forzata in mare si unisce il rischio della perdita degli animali. 38 giorni vuol dire centinaia di migliaia di euro di danni per una omissione di atti d’ufficio criminale
4) Gli armatori della nave contattano la Mare Jonio per far trasbordare i migranti e viene raggiunta l’intesa per farli trasbordare e poi sbarcare i migranti a Pozzallo. Se la Maersk ha fatto una donazione all’armatore per averli tolti dall’impasse ha fatto bene, lo avrebbe fatto chiunque. Ma se fosse un reato andrebbe contestato ad entrambe le parti, non a una sola. Sempre dopo aver aperto un fascicolo per omissione di soccorso e violazione delle norme internazionali sul soccorso in mare nei confronti dell autorità di Malta che se ne sono fottute.
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