LA RAGGI AFFOSSA L’ATAC E DA’ SOLDI ALLA SOCIETA’ RIVALE: GLI STRANI ANTICIPI A TPL SCARL
RETTIGHIERI FATTO FUORI PERCHE’ AVEVA POSTO UN FRENO ALLO STRAPOTERE SINDACALE E “STRANAMENTE” IL 70% DEGLI AUTISTI HA VOTATO M5S….TPL SCARL, IL CONSORZIO CON RAMIFICAZIONI A DESTRA
Dei 1200 autobus in strada in questi giorni a Roma, in un solo giorno trecento sono rientrati nei depositi, e 474 hanno segnalato guasti tali da metterli ko, le code alle fermate sono lunghe, i turni e le corse sempre meno, e lunedì ricominciano le scuole. Dopo i rifiuti Roma sta per vivere il collasso del suo trasporto locale. È un collasso pilotato?
Di certo non si controlla Roma se non si mettono le mani su Ama e Atac.
Con il management Atac ormai in uscita (domani), emergono dal numero 45 di via Prenestina storie da prima repubblica.
Marco Rettighieri, il direttore generale chiamato dal commissario Tronca, se ne sta andando dopo aver raccontato di una lettera (e telefonata) dell’assessore ai trasporti Linda Meleo per scongiurare lo spostamento di un dipendente insoddisfacente, direttore della Roma-Viterbo, poi risultato militante del M5S: una «pesante ingerenza».
Ma dietro si nasconde la partita di potere che stanno giocando il M5S e Raggi: tutto il nuovo assetto e le strategie dell’azienda, iniziate nella stagione di Tronca, sono sotto assedio.
Nel M5S si è prodotta la convinzione che quel management lavorasse per favorire la colonizzazione di Atac da parte di Ferrovie dello stato (che al massimo potrebbero in realtà essere interessate alla rete, non al servizio); ma soprattutto, nel giro del Movimento sono convinti che Rettighieri lavorasse per indebolire i gruppi di potere sindacale interni, veri pacchetti di voti che hanno fatto volare la Raggi in Atac.
«Dei dodicimila dipendenti dell’azienda, quasi il 70 per cento ha votato M5S. E ora si fanno valere, con sindacati di vario genere», e modalità anche fisicamente aggressive, ci dice una fonte sindacale importante.
È attestata davanti a testimoni anche un’altra pressione: arrivata stavolta dall’ufficio della segreteria del sindaco, per condizionare alcune scelte decisive in incarichi direttivi.
Alla giunta M5S non basta far fuori Rettighieri, che stava cercando di scardinare lo strapotere di dieci sigle sindacali (a partire dalla Cisl, per finire alla neonata “Cambiamento”, ultimo sindacato che ha chiesto il riconoscimento e simpatizza apertamente col Movimento cinque stelle).
C’è un piano della Raggi? Stiamo ai documenti. Esistono atti della giunta che producono un indebolimento oggettivo di Atac, e creano un vantaggio per il competitori, il Consorzio Roma Tpl scarl?
Mentre ad Atac vengono ancora negati i 18 milioni promessi, il Comune, con due dei primi (e dei pochi) atti fino a oggi prodotti – le determinazioni dirigenziali n. 585 e 579 del 27 luglio, di cui La Stampa è in possesso – ha scelto di anticipare il trimestre del servizio con cui vengono corrisposti a Roma Tpl Scarl 40 milioni più 15: in tutto, 55 milioni.
Si tratta di un’irritualità totale: di solito il comune paga mese per mese, dopo che il mese precedente è stato certificato.
Mentre qui addirittura anticipa due mesi ai rivali di Atac, negando contemporaneamente (ad oggi) denari promessi ad Atac.
In più sottrae corse (turni) ad Atac, il dieci per cento del totale giornaliero, andando nella direzione opposta a quello che era avvenuto con Tronca.
Ma gli assessori Linda Meleo e Enrico Stefà no non vogliono che quell’azienda sia in mano a dei grand commis incontrollabili.
Per questo la Raggi comincia a puntare su Roma Tpl, un Consorzio in cui Antonio Pompili è presidente, Giuseppe Vinella amministratore delegato, Marco Cialone direttore generale.
Con tante ramificazioni tra tradizionale mondo degli affari romani e studi di avvocati della destra o del centro cattolico romano.
Basta a capirlo una vicenda interessante: il Comune, dall’aprile scorso, viene pignorato da Menarini (l’azienda che fabbrica autobus) perchè Roma Tpl non avrebbe pagato i fornitori (Menarini, appunto) per una cifra di poco superiore ai 18 milioni di euro.
Menarini che, in un intreccio delle parti, è difesa da Cesare San Mauro, avvocato di casa al circolo Aniene, cattolico, stimato nel mondo degli studi di Roma nord.
Il Movimento francescano sta puntando su un’azienda in un contenzioso non piccolo, mentre Atac è al palo, e i cittadini sono in coda.
Jacopo Iacoboni
(da “La Stampa”)
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