LA REALTA’ INCHIODA LA VITA SOCIAL DI SALVINI
FINALMENTE TUTTI HANNO CAPITO PERCHE’ QUALCUNO NON VUOLE LE ONG VICINO AI BARCONI: QUELLI FOTOGRAFANO I CRIMINI CONTRO L’UMANITA’
Matteo Salvini ha vissuto una giornata non facile, ieri, come testimonia l’attività che più ne definisce la complessità dell’azione politica: l’aggiornamento dei social.
Niente pizze fatte in casa, niente primi piani con la canna da pesca, niente selfie con la progenie.
D’acchito, di prima mattina, un bel tweet autocelebrativo sulla retata dei Casamonica: “Mi avevano minacciato”. Poi, quella che doveva essere l’ennesima sparata contro le ong con la solenne promessa di sbarrare i porti: “Li vedranno in cartolina”.
Ma, mentre i consensi crescevano fino a 4000 cuori e rotti, Open Arms mandava all’aria l’unanimità pubblicando video e foto di due migranti affogati. Uno dei quali un bimbo.
A seguire, la marea di gente che gli sollecitava un parere “da padre”. Ne rilevava le incongruenze. Chiedeva lumi. Spesso in modo poco gentile. E a rischio denuncia. Come quella minacciata dal ministro della Paura contro Roberto Saviano: “Merita una carezza e una querela”. Perchè usa la clava, Salvini. Imbarbarisce il lessico. Addita nemici.
Ma guai a rispondergli. Gli altri, solo gli altri, sono “seminatori d’odio” (cit.). Fatto sta che il flusso social per un attimo ha rallentato. E ha richiesto un cambio d’abito. Quello istituzionale. Ecco la gallery sull’inaugurazione della nuova Questura di Fermo, coronata con la visita a un agente che inneggiava a Hitler su Facebook: “Non vado a curiosare sui social”. Lui
Ecco, anche, dopo alcune ore, l’attacco frontale alle “bugie e “insulti di qualche ong straniera” (si noti l’aggettivo), l’accusa di speculare sui morti (loro) e il doppio hashtag: “Porti chiusi” e “Cuori aperti”. Sostantivi, con ogni evidenza, random. Senza un senso preciso.
Perchè? Ora immaginatevi la war room social: “Capo, che facciamo? Quello è un bambino. Diventa il tuo Ailan. Ti daranno la colpa”. Ancora silenzio.
Poi, a pomeriggio inoltrato, due colpi di sbarramento: la condivisione di un pezzo sulla tratta delle nigeriane — ma certo, adesso a Salvini e ai suoi elettori interessa la tratta delle nigeriane — e, infine, appunto l’attacco a Saviano.
Per scatenarsi contro un nemico e serrare le truppe. Oggi è un altro giorno, e la canea di tizi che fino all’altro giorno bevevano acqua del Po, e ora mettono il tricolore nel nick, si compatterà di nuovo.
Ma ieri, per qualche ora, la realtà è andata a sbattere contro le formule che nascondono la xenofobia.
E finalmente abbiamo capito perchè qualcuno non vuole le navi delle ong vicino ai barconi affondati: quelli fotografano.
(da “La Repubblica”)
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