LA REGGIA DI ARCORE: QUANDO BERLUSCONI PAGO’ APPENA 500 MILIONI INVECE CHE 7,6 MILIARDI GRAZIE A UN RAGGIRO DI PREVITI
147 STANZE ACQUISTATE DALLA FAMIGLIA CASATI PER LA VILLA DALL’EREDE ALLORA MINORENNE E RAPPRESENTATA DA PREVITI…GIRATI AL PREMIER ANCHE IL PARCO, I QUADRI E LA BIBLIOTECA, NONOSTANTE FOSSERO ESCLUSI DALL’ASTA… IL LIBRO DI GIOVANNI RUGGERI , LA QUERELA DI PREVITI E L’ASSOLUZIONE PERCHE’ “I FATTI CORRISPONDONO A VERITA'”
Qualche finiano lo ha ricordato nei giorni scorsi: chi tanto si sta dando da fare per tentare di gettare fango sulla vicenda della casa a Montecarlo, ceduta da An ad una società offshore per un prezzo peraltro superiore a quello ritenuto di mercato dall’amministratore del condominio monegasco, forse farebbe bene a guardare in casa propria.
Anche perchè più che di casa, qua si tratta di villa, più precisamente Villa San Martino, la residenza ad Arcore del premier.
Un giallo tra omicidi, giovani ereditiere, avvocati di grido, concluso con la vendita dell’ex convento benedettino di 147 stanze a un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato.
La storia è stata raccontata nei dettagli da Giovanni Ruggeri nel libro “Gli affari del presidente”: la villa era di proprietà da metà ‘800 della famiglia Casati Stampa di Soncino.
Nel 1970 il marchese Camillo Casati Stampa uccide la moglie Anna Fallarino e il suo giovane amante.
La villa viene assegnata in eredità ad Annamaria Casati, 19enne figlia di primo letto del nobile lombardo.
La tutela dell’orfana, allora minorenne, è affidata al senatore Giorgio Bergamasco, cui riesce ad affiancarsi il giovane legale Previti.
Quando Annamaria nel 1973 si trasferisce in Brasile dà mandato ai suoi legali di vendere la villa con la precisa disposizione di escludere dall’asta i terreni, la pinacoteca (con un quadro, la via Crucis del Luini valutata 400 milioni) e la biblioteca di prezioni libri antichi e arredi.
Come per incanto si presenta subito un compratore, il rampante imprenditore immobiliare Silvio Berlusconi che offre 500 milioni, un terzo della valutazione data due anni prima nell’ambito dell’eredità Casati.
Non solo: la giovane orfana venne pagata con azioni Edilnord che faticherà a vendere molti anni più tardi e il rogito stesso venne rinviato per motivi fiscali al 1980.
In quegli anni Berlusconi viveva ad Arcore ma le tasse continuava a pagarle la Casati, tanto per capirci.
Ma non finisce qua: si scopre che Previti aveva girato al futuro premier non solo l’immobile, ma pure il parco, i quadri e la biblioteca affidata alle cure di Marcello Dell’Utri.
Quanto era il valore totale dell’acquisto?
Lo dissero le banche dell’epoca che presero la villa a garanzia delle attività di Berlusconi: 7,6 miliardi, 15 volte il prezzo pagato.
Il Ruggeri nel libro parla chiaramente di “raggiro”: fu querelato per questo da Previti nel 1994 per diffamazione, ma nel 1999 il tribunale di Roma assolse l’autore del libro perchè “i fatti corrispondono a verità “.
Questo è il pulpito da cui parte il killeraggio per la casa di 45 mq a Montecarlo per la quale qualcuno chiede le dimissioni di Fini, vicenda tutt’ora da verificare.
Per quella invece certa e di ben altra entità , nessuno ha il diritto di parlarne e qualcuno la dignità di dimettersi?
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