“LA REGIONE LOMBARDIA STA TRASFERENDO SENZA MOTIVO DIVERSI PAZIENTI ALL’OSPEDALE FIERA DI MILANO”
TUTTO PER RISOLVERE IL PROBLEMA DI IMMAGINE DI UN OSPEDALE DESOLATAMENTE VUOTO, INUTILE, COSTOSO E MESSO IN PIEDI FUORI TEMPO MASSIMO
Michele Usuelli è medico — l’unico tra gli eletti nel Consiglio regionale della Lombardia — e fino a due anni fa era il responsabile del servizio trasporti neonatali d’emergenza dell’ospedale Mangiagalli, dove nascono i bambini di Milano.
Radicale, appassionato di politica, si è poi candidato nel gruppo +Europa e Radicali del Pirellone. Su Facebook un paio di giorni fa ha scritto di aver ricevuto più di una segnalazioni da medici che gli dicono che su richiesta politica regionale, e non per saturazione posti letto nei reparti, vengono fatti trasferimenti di pazienti verso l’ospedale alla Fiera di Milano
“Cari primari e direttori di ospedali: non è più il momento di assecondare supinamente i desideri della Giunta se questi non hanno un razionale clinico. Non siate complici! Martedì uno degli emendamenti che presenterò in aula chiede di rendere trasparente il criterio di trasferimento dei pazienti intubati.”
Usuelli, interpellato dal Fatto quotidiano, conferma i fatti e rincara la dose: “Ho ricevuto più d’una confidenza, da medici che conosco, appartenenti a più strutture ospedaliere. Tutti mi hanno detto di aver ricevuto richieste, inviti, pressioni, a mandare loro pazienti all’ospedale della Fiera. Io alla Mangiagalli mi occupavo di trasporti d’urgenzadi neonati. So che si può fare, che si possono trasportare anche pazienti gravi intubati. Ma è rischioso e si deve fare soltanto quando è proprio necessario”. E non per risolvere i problemi d’immagine d’un ospedale desolatamente vuoto, arrivato clamorosamente fuori tempo massimo, in settimane in cui (per fortuna —e per ora) le terapie intensive degli ospedali si stanno lentamente svuotando.
“Alcuni medici erano terrorizzati”, continua Usuelli. “Dopo la pubblicazione del mio post, mi hanno chiesto di rimuovere alcuni commenti da cui temevano si potesse risalire ai loro nomi. Avevano paura di perdere il posto. Ma è mai possibile che succedano queste cose nella sanità lombarda?”.
(da “NextQuotidiano”)
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