LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA: PRESCRIZIONE CONGELATA SOLO PER I NUOVI PROCESSI
CAMBIA IN EXTREMIS IL TESTO DELLA RIFORMA, NCD FA AMMORBIDIRE LE NORME… I PROCEDIMENTI IN CORSO (COMPRESI QUELLI DI BERLUSCONI) NON SARANNO TOCCATI DALLA REGOLA CHE BLOCCA I TEMPI DOPO LA SENTENZA DI PRIMO GRADO
Comincia già a indebolirsi la riforma della giustizia.
Prima ancora di entrare oggi pomeriggio in consiglio dei ministri, Alfano e i suoi fanno la voce grossa con il Guardasigilli Orlando e ottengono quello che vanno chiedendo con insistenza ormai da giorni.
Subito la stretta sulle intercettazioni, anche se con una legge che delega al governo l’intera materia, ma con paletti fermi sulla pubblicazione e sull’uso stesso delle registrazioni. Non solo.
Via la norma sacrosanta che avrebbe consentito, per i reati di corruzione, di regolare le intercettazioni con gli stessi criteri utilizzati per la mafia.
Si allontana pure nel tempo, sempre per via di un’ulteriore delega al governo, anche la manovra sul processo penale.
Si ammorbidisce pure la già morbida prescrizione bloccata al primo grado e si rafforza il meccanismo del processo breve, che l’attuale ministro dell’Interno Angelino Alfano conosce assai bene essendone stato un teorico quando era il Guardasigilli di Berlusconi.
E non basta ancora. Ci sarà pure una norma transitoria che tutela gli imputati protagonisti dei processi in corso. I Berlusconi, i Galan, i Formigoni, per intenderci.
A loro non si applicherà nessuna prescrizione bloccata, che potrà valere solo se la sentenza di primo grado verrà emessa dopo l’entrata in vigore della legge.
Quindi una tutela importante anche per i tanti esponenti politici, pure del Nuovo centrodestra, finiti sotto inchiesta. Delega infine pure per il nuovo sistema per ricorrere in Appello e in Cassazione.
Ncd è raggiante. Lo dichiarano a gran voce i maggiorenti del partito, da Quagliariello a Lupi.
Dice il vice ministro della Giustizia Enrico Costa che nella riunione degli alfaniani ha tenuto la relazione tecnica introduttiva e per tutta la giornata ha tessuto la tela delle modifiche con il ministro Andrea Orlando: «Siamo molto soddisfatti, perchè siamo riusciti a ottenere quello che il Pdl, nel governo Monti, non aveva ottenuto. Pilastri della riforma della giustizia saranno la nuova responsabilità civile dei giudici e la nuova legge sulle intercettazioni. Al Pdl quelli del Pd avevano sbattuto la porta in faccia, a noi di Ncd hanno dato ascolto».
Lo stato maggiore degli alfaniani si riunisce alle 14, e alle 17 un soddisfatto
Lupi esce e dichiara che «andrà tutto». Quindi anche le intercettazioni.
Dietro di lui un sofferto Quagliariello spiega che «se cambia la prescrizione, serve la garanzia che il processo abbia tempi certi».
Poi il tam tam sulla responsabilità civile dei giudici, su cui però Ncd è costretta ad accettare la formula di Orlando. Per cui si continuerà a parlare di «negligenza» e non di «errore inescusabile».
Su questo il gruppo di Alfano non è riuscito a spuntarla. I mal di pancia sono stati fortissimi, a cominciare da quelli complessivi di Schifani su una riforma «troppo dalla parte dei magistrati », per finire a quelli sul falso in bilancio e sull’auto-riciclaggio di molti presenti, che avrebbero formule troppo spinte e che danneggiano gli imprenditori.
I tre ministri — Alfano, Lupi, Lorenzin — hanno voluto conoscere nei minimi dettagli la riforma.
La trattativa con il Pd sulle modifiche è stata serrata. I risultati, alla fine, considerati buoni. È un fatto che, per tutta la giornata di ieri, in via Arenula si è lavorato per modificare i punti indigesti, mentre nella riunione di Ncd si susseguivano i mugugni. Ecco, allora, che al ministero si lavora per riscrivere l’articolo sulle intercettazioni, il punto dove il braccio di ferro con il Pd è stato più forte.
Non solo sarà previsto che tutta la materia debba essere ispirata al criterio della massima riservatezza, ma torna in auge la famosa udienza stralcio, nella quale magistrati e avvocati decideranno cosa è rilevante e cosa no per le intercettazioni.
Sarà previsto il divieto di trascrivere gli ascolti dei terzi, che non potranno mai essere pubblicati.
Ma è sulla prescrizione e sul nuovo processo breve che Ncd è stata irremovibile.
Se entra in vigore il sistema che blocca l’orologio dell’azione penale al primo grado, Ncd impone nuovi tempi per appello e Cassazione.
Un sistema per fasce, due anni con la proroga di un ulteriore anno per l’Appello per i reati gravissimi, un tempo che scende a 18 mesi e una proroga di altri sei per i reati meno gravi, mentre per i delitti minori l’appello potrà durare sei mesi, con altri sei possibili.
A questo punto, a essere preoccupato, è il Pd, tant’è che la presidente della commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti parla di riforma penale che «non può assolutamente essere nè ammorbidita nè rinviata».
Liana Milella
(da “La Repubblica”)
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