LA SERIE A CHIEDE GIUSTIZIA PER REGENI, LA ROMA SI DEFILA PER “NON IMBARAZZARE” SALAH: FORSE PENSA DI PARTECIPARE AL CAMPIONATO DEL CAIRO
SE PORTARE UNO STRISCIONE CON SCRITTO “VERITA’ PER GIULIO” NON E’ CONDIVISO VUOL DIRE CHE SI STA CON CHI VUOLE NASCONDERLA, BASTA SAPERLO
Anche la Serie A si mobilita per chiedere verità sulla morte di Giulio Regeni.
Ma non tutti sono d’accordo.
La Roma, riporta la Gazzetta dello Sport, avrebbe chiesto di non partecipare all’iniziativa per non creare “imbarazzi” al suo giocatore egiziano, Mohamed Salah.
La proposta di Amnesty International, accolta dalla Lega Serie A, è che in tutte le partite della 35esima giornata (23-24 aprile) i giocatori entrino in campo con lo striscione “Verità per Giulio”.
“Io ho parlato personalmente con Salah — ha dichiarato all’emittente locale Sada El-Balda Channel Abo Rida, vicepresidente della Federcalcio egiziana e membro del comitato esecutivo della Fifa — mi ha confermato che la Roma ha chiesto di non partecipare alla campagna per non metterlo in imbarazzo. Peraltro questa campagna non viola nessuna regola Fifa, perchè non mostra nessuna discriminazione contro persone o Stati”
La Roma ha anche aperto una trattativa per una partnership con il ministero del Turismo egiziano, proprio grazie a Salah.
Nella squadra della capitale, poi, gioca anche Stephan El Shaarawy, italiano ma con padre egiziano. Per questo la società giallorossa, secondo la Gazzetta, ha fatto una controproposta per poter comunque lanciare un messaggio di solidarietà alla famiglia del giovane ricercatore italiano: ingresso in campo con lo striscione portato dai bambini anzichè dai giocatori o in alternativa far apparire il messaggio su maxi-schermi dello stadio Olimpico.
L’atteggiamento della dirigenza della Roma è quantomeno singolare: nessuno ha chiesto ai giocatori di indossare una maglia contro il regime egiziano, ma solo di portare uno striscione con una scritta che “chiede verità ” per la morte e la tortura di un italiano.
Se Salah non vuole che sia cercata la verità può scegliere tra diverse opzioni: non reggere lo striscione, saltare quella partita, ritornarsene a giocare in Egitto con un ingaggio adeguato al suo Paese di origine.
E una società italiana seria dovrebbe pensare a tutelare la dignità del nostro Paese, non pensare a evitare di “imbarazzare” un suo dipendente che paga a milionate.
Una figura vergognosa che la città di Roma e i suoi tifosi non meritano.
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