LA SFIDUCIA A BONDI IN AULA IL 29 NOVEMBRE RISCHIA DI FAR SALTARE IL GOVERNO ANZITEMPO E SPIAZZA I GIOCHETTI DEL PDL
UN EVENTUALE SUCCESSO DELLA MOZIONE DI SFIDUCIA POTREBBE GIA’ CERTIFICARE CHE LA MAGGIORANZA NON C’E’ PIU’… FUTURO E LIBERTA’ MEDITA LO STRAPPO… LE ACCUSE DI INEFFICIENZA A BONDI DA PARTE DI 17 SOVRINTENDENTI…GRANATA: “IL PEGGIOR MINISTRO DI SEMPRE”
L’aula della Camera voterà il prossimo 29 novembre la mozione di sfiducia individuale presentata dalle opposizioni contro il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, dopo il crollo a Pompei.
La decisione è stata presa dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, su richiesta del Pd che ne ha preteso la calendarizzazione nello spazio riservato all’opposizione nel calendario di novembre, ritirando la mozione sulle madri in carcere.
Il voto sulla sfiducia individuale a Bondi ha fatto insorgere la maggioranza. «Lo consideriamo – ha detto il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto – una grave lesione dell’accordo istituzionale che era stato raggiunto sulle mozioni riuguardanti la fiducia al governo a garanzia dell’approvazione senza traumi della legge di stabilità ».
«La mozione di sfiducia al ministro Bondi – ribatte invece il capogruppo Pd Dario Franceschini – non c’entra assolutamente nulla con l’intesa istituzionale raggiunta e che noi intendiamo rispettare».
Erano di ieri le affermazioni di Fabio Granata: “Solo la crisi di governo salverà Sandro Bondi dalla sfiducia individuale”.
Quasi come un presagio, proprio nel giorno in cui 17 soprintendenti lo avevano attaccano frontalmente.
E lo hanno fatto sottoscrivendo una lettera in cui lo si accusa di aver fatto della “salvaguardia della cultura” un “concetto mediatico”, mentre i suoi tagli privano il settore di quelle risorse e di quel personale che servono a una salvaguardia vera dei beni archeologici.
Quel lavoro, per intenderci, che avrebbe evitato il crollo della Scuola dei Gladiatori .
La missiva a Bondi, che annovera tra i suoi 17 firmatari Jeannette Papadopoulos, dai primi di ottobre responsabile ad interim della soprintendenza di Pompei, parte dalle dichiarazioni rilasciate dal ministro a un quotidiano all’indomani del crollo della Schola Armaturarum.
Intervista, ricordano i funzionari, in cui Bondi puntava il dito sui soprintendenti e sulla loro mancanza di managerialità .
La replica di ieri ha sottolineato invece i “pesanti tagli che soprattutto a partire dalle leggi degli ultimi anni hanno aggredito e ridotto un bilancio complessivo già inadeguato”.
Tagli, rimarcano, “accompagnati da riduzioni del personale e blocco delle assunzioni, compresi i tecnici di alta qualificazione; nonchè dal contestuale appesantimento di normative e procedure di spesa in tutti i settori del pubblico impiego e massimamente nel settore dei beni culturali”. Emblematico proprio il caso di Pompei, dove “l’incidenza dei tagli ha prodotto i suoi effetti” insieme alla decisione di commissariare il sito archeologico con “figure professionali diverse dai tecnici specializzati (prima un prefetto in congedo, poi un funzionario della Protezione Civile)”.
I soprintendenti ammettono che nelle loro strutture c’è un problema di spesa, che l’introduzione delle direzioni regionali non ha risolto.
I commissariamenti però, dicono, “non comportano necessariamente un incremento della managerialità , tanto più se disgiunta dalla tecnicità (altra cosa è l’affidamento di incarichi speciali a tecnici specialisti del settore)”.
“E’ ora – si legge infine – che la cultura dell’emergenza ceda il passo a quella della manutenzione, ordinaria e straordinaria, a cura delle strutture e degli staff tecnico-scientifici che quei monumenti, quei siti, quei musei conoscono e tutelano”.
“La valorizzazione come concetto mediatico – sottolineano al ministro i soprintendenti – non può sostituirsi al paziente e faticoso lavoro di monitoraggio, consolidamento e restauro, che per definizione è poco visibile e quindi poco mediatico”.
Per Fabio Granata, esponente di Futuro e libertà , “ciò che va emergendo dalle inchieste e dalla ricostruzione dei fatti conferma la pesante e diretta responsabilità politica del ministro. In Italia il patrimonio e le attività culturali non possono essere lasciate ancora nelle mani di Bondi, oggettivamente il peggior ministro di sempre. Per fortuna, la nuova fase politica che si apre ce ne libererà “.
La calendarizzazione della mozione di sfiducia individuale a Bondi per il 29 novembre spiazza ora il Pdl che rischia di anticipare una sconfitta che potrebbe far saltare la campagna acquisti in atto e che già in passato non è andata in porto, demotivando i possibili saltafossi.
Perdere un altro ministro per strada non sarebbe certo il migliore biglietto da visita per il 14 dicembre.
Leave a Reply