LA SOTTOSEGRETARIA MONTARULI SI DIMETTE DOPO LA CONDANNA IN CASSAZIONE PER PECULATO E FA ANCORA LA VITTIMA
SCOPPIA LA RISSA TRA FDI E FORZA ITALIA: MULE’ AVEVA AUSPICATO UN PASSO INDIETRO DELL’AMICA DELLA MELONI E DA FDI LO ATTACCANO: “PENSI AI PREGIUDICATI DI FORZA ITALIA, A COMINCIARE DA BERLUSCONI”
Si è dimessa la sottosegretaria all’Università Augusta Montaruli. L’esponente di Fratelli d’Italia ha lasciato l’incarico dopo la condanna per l’uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte negli anni dal 2010 al 2014.
La Corte suprema ha applicato solo uno sconto di pena di un mese rispetto a quanto stabilito dalla corte d’Appello di Torino nel 2021: un anno e sei mesi invece che un anno e sette mesi.
“Ho deciso di dimettermi per difendere le istituzioni, sono certa della mia innocenza”, annuncia Montaruli. Che dice di voler fare ricorso alla Corte di giustizia Europa: “Non ho causato alcun ammanco alle casse pubbliche”. Peccato che la sentenza definitiva dica il contrario e quantifichi a 25.000 euro la cifra dei rimborsi non dovuti.
Scintille tra Fratelli d’Italia e Forza Italia
Ma su Montaruli erano arrivate critiche anche dalla sua stessa maggioranza: “Va fatta una valutazione”, ammetteva il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè “perché in questo caso c’è una condanna definitiva, si deve valutare se mette in imbarazzo il governo. Ma è una decisione che deve prendere lei insieme al suo partito”.
Il deputato è finito nel mirino dei Fratelli d’Italia: “Pensava di metterci in difficoltà con le sue provocazioni: ha preso uno schiaffo morale dalla Montaruli la cui impronta gli manterrà la faccia ben più rossa di quanto rubiconda già sia”, commenta una fonte. In via ufficiale, FdI ha espresso solidarietà a Montaruli: “Non possiamo che rispettare la decisione generosa e spontanea di Augusta Montaruli che, pur non avendo alcun obbligo a riguardo – tantomeno di legge – ha deciso di rassegnare le dimissioni dall’incarico di sottosegretario all’Università, che ha ricoperto con onore, capacità ed impegno costante”.
«Che provocatorie insinuazioni vengano da un personaggio come Mulè, che di pregiudicati eccellenti nel suo partito ne vanta più di uno, è intollerabile», continuano le fonti, che raccontano quindi di «non poco subbuglio» creato dalle parole di Mulè all’intento di Fdi. Una reazione arrivata anche in riferimento alla figura di Silvio Berlusconi: «Visto che anche lui è un condannato in via definitiva e ciò nonostante resta il deus ex machina degli azzurri».
Libri hot e borse firmate nei rimborsi finiti sotto processo
Le spese pazze contestate ad Augusta Montaruli superavano di poco i 41 mila euro, la condanna era arrivata in secondo grado per circa 25 mila euro. Fece scalpore la contestazione di aver messo a rimborso anche un libro hot, “Sexeploration”, “Giochi proibiti per coppie”, oltre ad alcuni oggetti di lusso come una borsa di Borbonese, capi firmati di Hermes, e dei cristalli Swarovski. Il resto rappresentava soprattutto scontrini di bar e ristoranti, pub, fast food, anche per un elevato numero di commensali. Montaruli era stata assolta in primo grado, così come l’ex governatore Roberto Cota, ma l’appello aveva ribaltato per loro la sentenza.
La sentenza della Cassazione aveva aperto un caso politico già in mattinata.
All’attacco anche Elly Schlein: “Le dimissioni della Montaruli erano doverose. Aspettiamo ancora quelle di Delmastro e Donzelli”.
L’Unione degli universitari: “Macchiato il prestigio del ministero”
Prima del passo indietro erano andati all’attacco anche gli studenti universitari: “Chiediamo che la sottosegretaria rassegni le dimissioni dall’incarico ministeriale: in un momento nel quale la Regione Piemonte non ha sufficienti fondi per le mense universitarie, ci disgusta pensare che alcuni ex consiglieri regionali abbiano sprecato in questo modo le risorse pubbliche. Per sensibilità e correttezza istituzionale, auspichiamo un doveroso passo indietro: il prestigio del ministero dell’Università non può essere macchiato da queste condotte illecite e confidiamo che la ministra Bernini non lo consenta”, dice Camilla Piredda, coordinatrice dell’Unione degli Universitari
Condanne confermate anche per Cota e Tiramani
Confermate anche le condanne per l’ex presidente della Regione, l’ex leghista (oggi in Forza Italia) Roberto Cota (un anno e sette mesi), e per l’ex deputato leghista ed ex sindaco di Borgosesia, Paolo Tiramani, sempre della Lega, (un anno e 5 mesi). Anche quest’ultimo annuncia di volersi rivolgere alla Corte di giustizia europea: “I giudici hanno fatto scelte diverse per casi uguali”.
(da La Repubblica)
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