LA SPECULAZIONE DI FRATELLI D’ITALIA SULLA COMPAGNA DEL PREMIER CONTE SMENTITA DAL VIMINALE: “PALADINO NON USO’ L’AUTO BLU”
DOPO UN ESPOSTO DEL PARTITO DELLA MELONI, SI FA CHIAREZZA SU UN EPISODIO IN CUI LA FIDANZATA DI CONTE HA DOVUTO RIFUGIARSI IN UN NEGOZIO PER SOTTRARSI ALLA SOLITA SCENEGGIATA DE LE IENE
Finisce in Procura il caso del video, pubblicato da Dagospia ma mai da Mediaset, in cui Olivia Paladino, compagna di Giuseppe Conte, incalzata da una troupe de Le Iene che chiedevano una sua dichiarazione sulle vicende legate agli scandali inerenti la figura del padre, si era rifugiata in un supermercato dove è stata raggiunta e quindi “soccorsa” da alcuni agenti di scorta.
L’esponente di Fratelli d’Italia Roberta Angelilli, già europarlamentare ma al momento priva di incarichi ufficiali, ha presentato un esposto alla Procura di Roma per chiedere ai magistrati di verificare se ci sia stato da parte del presidente del Consiglio “un uso improprio – si legge nell’esposto – di personale con funzioni di sicurezza relative a soggetti che ricoprono funzioni pubbliche”.
Su questi fatti ieri il giornalista de Le Iene Filippo Roma è stato ascoltato a piazzale Clodio come persona informata dei fatti. A breve i pm di piazzale Clodio decideranno se inviare il fascicolo al tribunale dei ministri. Domani Angelilli si recherà in Procura per sapere l’esito del suo esposto, che risale al 30 ottobre. Nel caso la magistratura caso dovesse ravvisarvi un’ipotesi di reato (in questo caso si tratterebbe di peculato), potrebbe iscrivere Giuseppe Conte nel registro degli indagati come atto dovuto.
La vicenda, che risale al 26 ottobre scorso, è riassunta nell’esposto presentato da Angelilli.
Si descrive un ‘parapiglia’ davanti a un piccolo supermercato di via Fontanella Borghese tra il giornalista de Le Iene, Filippo Roma, e Olivia Paladino, compagna del premier Giuseppe Conte.
Filippo Roma stava infatti cercando di intervistare, sulle presunte agevolazioni ricevute dal padre, Olivia Paladino che nel tentativo di sottrarsi all’intervista si sarebbe rifugiata in un negozio da cui sarebbe successivamente uscita scortata da alcuni soggetti che, da quanto riportato dal quotidiano La Verità ‘avevano tutta l’aria di far parte della scorta del Presidente del Consiglio’.
“Se effettivamente la Paladino avesse usufruito di agenti della scorta del Presidente del consiglio – continua l’esposto di Angelilli – si sarebbe verificato un uso improprio di personale con funzioni di sicurezza relative a soggetti che ricoprono funzioni pubbliche”.
A quanto apprende l’Adnkronos, sul caso ci sarebbe un’informativa di servizio inviata al Viminale.
Nella relazione consegnata al ministero dell’Interno viene spiegato che gli ‘uomini del presidente’ in quel lunedì si trovavano in “osservazione e controllo al di sotto dell’abitazione della compagna del premier”, in quanto Conte si trovava nell’appartamento della signora Paladino, e i poliziotti attendevano l’uscita imminente del premier. Nel supermercato di fronte l’abitazione c’è stato un momento di concitazione che ha richiamato l’attenzione di un poliziotto della scorta che, avvicinatosi, è stato chiamato in causa da un addetto del supermercato perchè una donna era in difficoltà . Si trattava, appunto, di Olivia Paladino, incalzata dalle domande di Roma.
Il poliziotto ha dunque favorito l’uscita della donna dal supermercato, ma Paladino avrebbe fatto rientro a casa a piedi senza utilizzare l’auto blu. L’abitazione infatti dista pochissimi metri dal supermercato dove è avvenuta la vicenda.
Nella relazione sarebbe inoltre scritto che non c’è stato alcun intervento del premier quel 26 ottobre: Conte non venne informato in tempo reale, ma sarebbe venuto a conoscenza della vicenda soltanto poi, informato dalla stessa compagna e dagli uomini della scorta.
(da agenzie)
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