LA SPONDA DI BELSITO DENTRO FINCANTIERI: CONTATTI SOSPETTI CON UN MANAGER DEL SETTORE MILITARE
LE SOCIETA’ DI BELSITO ASPIRAVANO A METTERE LE MANI SUI MILIONI DEI CANTIERI NAVALI…. DIMISSIONATO IL DIRIGENTE AMICO DEL POLITICO: “COMPORTAMENTI TROPPO DISINVOLTI”
La cricca del tesoriere del Carroccio Francesco Belsito aveva riposto le sue speranze in un uomo decisamente ben inserito nella realtà di Fincantieri.
Il suo nome è Stefano Lombardelli, ingegnere genovese residente in via Zara, ad Albaro, impiegato all’ufficio commerciale del colosso navale, dove si è occupato di commesse militari con l’estero.
Un buon contatto per cercare di ottenere lavori. Almeno fino allo scorso dicembre, quando Lombardelli si dimette dopo aver ricevuto una pesante contestazione disciplinare.
Il provvedimento viene motivato ufficialmente da «comportamenti ritenuti non adeguati alla condotta che si conviene al personale dirigente».
Fonti vicino alla Fincantieri, parlano di una «gestione disinvolta nei rapporti con fornitori e clienti», di un personaggio che non faceva mistero di avere «amici importanti» e «coperture politiche».
E, come si evince anche dalle intercettazioni dell’inchiesta che ha travolto la Lega, aveva contatti con la rete di faccendieri che ruotava intorno a Belsito, che a Genova contava su di lui per «accaparrarsi commesse dalle più importanti realtà genovesi». Anche Lombardelli però (il cui telefono ieri squillava a vuoto), dopo esser stato abbandonato dall’ex sottosegretario, era entrato nel club di ex amici che lo volevano «distruggere».
Per orientarsi nell’universo del clan di affaristi che vivevano all’ombra del Pashtun, l’uomo che deteneva le chiavi dei fondi pubblici del movimento padano, si può iniziare da un ufficetto anonimo di via Mameli 4, ai piedi di Castelletto.
È qui che fino a poco tempo fa aveva sede la Polare scarl. La ditta fa parte del gruppo che fa capo a Stefano Bonet, finanziere veneto indagato per riciclaggio (detto lo Shampato, per via della chioma fluente).
Il ramo era diretto da Romolo Girardelli (detto l’Ammiraglio, vedi articoli a fianco), broker genovese sospettato di essere vicino alla ‘ndrangheta.
Per capire quale fosse la vera natura di questa impresa, si può partire da un dato: l’altro ieri i finanzieri e i carabinieri del Noe hanno perquisito i locali che un tempo ne ospitavano le attività come un «ufficio» nella «disponibilità » dell’ex sottosegretario. Ma cosa faceva e a cosa serviva la società ?
Ufficialmente la Polare scarl si occupava di «progettazione industriale», attività che voleva offrire ai gruppi più prestigiosi presenti sul territorio.
Fa gola la Fincantieri e anche se «si muove come un mammuth statale, tutto dovrebbe risolversi», dice Girardelli. In quel periodo Belsito siede anche nel consiglio d’amministrazione del colosso delle costruzioni navali.
«Abbiamo avuto contatti con la Polare – precisa Fincantieri – Avendo ricevuto richiesta perchè fossero illustrati servizi nel campo della ricerca. Ma dopo un approfondito esame, non si è dato seguito alla firma di nessun accordo».
Sembra andare meglio con la Gnv, un contratto di collaborazione che “ormai è cosa fatta”, commentano al telefono i sodali, anche se non è chiaro come sia finito l’affare.
Nel frattempo di metodi, secondo la Finanza, ce n’erano altri: operazioni finanziarie circolari tra società gemelle, mascherate come consulenze, organizzate per ottenere agevolazioni fiscali.
C’è una società che è fondamentale per capire come il clan di Belsito avesse messo le radici sotto la Lanterna.
Si chiama Effebiimmobiliare (dalle iniziali del politico) e ha sede in p/za Tommaseo 4 interno 6 alla Foce. Un ufficio che sembra un porto di mare e, mormora un vicino, negli ultimi anni ha ospitato una girandola di sigle.
Le Effebiimmobiliare, storica società di Belsito, è seguita dagli inquirenti per i soldi finiti a Cipro e in Tanzania, investiti in società estere sospettate di aver riciclato denaro della ‘ndrangheta.
Uno dei soci è Alex Girardelli, una testa di legno, figlio dell’ “Ammiraglio”, socio accomandatario è Andrea Arvigo, dipendente della Regione, Ufficio Formazione, dove si occupa di Fondi europei.
Belsito possiede poi anche il 40% della Plastform, fabbrica di materie plastiche, il 22,5% della Ser. Mac che si occupa di infissi, risulta consigliere di Fincantieri, Editoriale Nord, Cooperativa servizi tecnologici, Cost Service e altre ancora.
E stava comprando il 50% dello stabilimento balneare Sol Levante a Cavi di Lavagna con annessa discoteca.
Aveva costruito un impero che sembra ora arrivato al capolinea.
Francesca Forleo e Marco Grasso
(da “Il Secolo XIX“)
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