LA STRAGE DI CIVILI A SUMY, IN UCRAINA, CON IL BOMBARDAMENTO NEL CENTRO CITTA’, E’ UNA MOSSA INTENZIONALE DI PUTIN. VOLEVA MASSIMIZZARE LE VITTIME, CON LA TECNICA DEL “DOUBLE TAP”: IL PRIMO MISSILE COLPISCE LA PIAZZA E IL SECONDO ARRIVA QUALCHE MINUTO DOPO, QUANDO IL LUOGO DELLA TRAGEDIA SI È RIEMPITO DI SOCCORRITORI, POLIZIOTTI, AMBULANZE, PASSANTI
“LA STAMPA”: “IL CREMLINO VUOLE LA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA E ANNESSIONI TERRITORIALI. KIEV NON ACCETTERÀ MAI E PER FARLE CAMBIARE IDEA BISOGNA PIEGARLA CON STRAGI DI CIVILI”
«Oltre ogni limite di decenza»: il commento del generale Keith Kellogg, l’inviato della Casa Bianca per i negoziati in Ucraina, concentra probabilmente il massimo del disgusto che si può esprimere nel linguaggio della diplomazia. Il bombardamento del centro di Sumy con due missili balistici russi non è soltanto un mostruoso atto di guerra contro i civili ucraini. È un atto palesemente intenzionale, in tutto: nella scelta del bersaglio, nella piazza dell’università locale, nella scelta dell’orario, alle 10,15, nella scelta della data, la domenica delle Palme.
È un atto che aveva lo scopo di massimizzare le vittime, con la tecnica agghiacciante del “double tap”: il primo missile che colpisce la piazza, e il secondo che arriva qualche minuto dopo, quando il luogo della tragedia si è riempito di soccorritori, poliziotti, ambulanze, passanti, per esplodere nell’aria, disseminando munizioni a grappolo. È una strage voluta e calcolata, come quella di Kriviy Rih, pochi giorni fa, con un missile che ha colpito in pieno un bersaglio strategico come il parco giochi dei bambini.
La Russia non ha mai avuto remore a colpire aree residenziali, infrastrutture
civili e abitanti pacifici in Ucraina, ma l’aumento degli attacchi nelle ultime settimane è difficilmente attribuibile al caso. Soltanto ieri, la strage a Sumy ha fatto passare in secondo piano altri raid: a Semenivka, nella regione di Chernihiv, droni russi hanno colpito l’ospedale locale, ferendo un’infermiera, a Kharkiv un drone è finito contro un asilo, fortunatamente vuoto, a Kherson tre civili (di cui due donne anziane) sono stati uccisi dall’artiglieria.
È impossibile non leggere in questa escalation un accanimento e un messaggio, proprio mentre gli emissari russi e americani tornano a parlarsi. L’attacco a Kriviy Rih si è tenuto dopo che Kirill Dmitriev, il negoziatore speciale del Cremlino, è volato a Washington – con una sospensione ad hoc delle sanzioni contro di lui per potergli rilasciare il visto – per un lungo colloquio con l’inviato di Trumop Steve Witkoff.
L’attacco a Sumy è stato lanciato dopo che Witkoff è andato a Pietroburgo, dove si è intrattenuto per 4 ore e mezzo con Vladimir Putin, salutandolo con la mano sul cuore. Un comportamento a prima vista quasi schizofrenico: intensificare gli attacchi proprio mentre la nuova amministrazione americana fa a Putin aperture senza precedenti
Trump è stato invocato da molti politici ucraini ed europei, quasi nel tentativo di spingerlo finalmente a un’azione contro la Russia, che con ogni evidenza sta respingendo la sua diplomazia. Ma se proprio bisogna cercare una logica nel comportamento di Putin, è possibile che stia cercando di terrorizzare la popolazione ucraina, mostrando a Volodymyr Zelensky e ai suoi concittadini che il peggio deve ancora venire le basi per una tregua sono esistite finora soltanto nei desideri di Trump. Il Cremlino non ha mai chiesto di concludere la guerra con un risultato che non fosse la capitolazione dell’Ucraina, e «Putin non può permettersi un cessate-il-fuoco senza annessioni territoriali, che verrebbe letto dal nocciolo duro del suo pubblico come una sconfitta morale», scrive il politologo russo in esilio Vladimir Pastukhov.
L’Ucraina a sua volta non accetterà mai di cedere territori occupati dai russi, dove abitano ancora almeno un milione di cittadini ucraini. Dunque, per far cambiare idea a Kyiv bisogna piegarla con stragi di civili ancora più sanguinose e frequenti
Anna Zafesova
per “la Stampa”
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