“LA STRATEGIA DI TRUMP SULL’UCRAINA NON È NELL’INTERESSE DEGLI STATI UNITI”: PARLA FIONA HILL, EX DIRETTRICE PER L’EUROPA NEL CONSIGLIO PER LA SICUREZZA NAZIONALE DELLA CASA BIANCA DURANTE IL PRIMO MANDATO DEL TYCOON
“IL MODO DI RIUSCIRCI NON È QUESTO. NON LO CAPISCE. PUTIN HA OTTENUTO QUELLO CHE VOLEVA: NON GLI INTERESSA METTERE FINE ALLA CARNEFICINA. E DIRE CHE L’ECONOMIA E LA SOCIETÀ RUSSA SONO SOTTO PRESSIONE, MA IL PRESIDENTE AMERICANO NON SEMBRA INTENZIONATO A SFRUTTARE QUESTE DIFFICOLTÀ A SUO VANTAGGIO”
Fiona Hill era dentro alla stanza, quando Trump e Putin si incontrarono ad Helsinki nel 2018, e la chiamata di ieri la giudica così: «Il capo del Cremlino ha ottenuto quello che voleva». Il problema però è assai più grande dell’Ucraina, e l’ex direttrice per l’Europa nel Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca lo riassume in questo modo: «Il sistema di sicurezza nato dalla Prima e dalla Seconda Guerra Mondiale è finito. Gli europei sono minacciati insieme da Russia, Usa e Cina: se non capiscono che è arrivato il momento di costruire le loro difese, le conseguenze saranno molto tetre».
Com’è andata la chiamata?
«A giudicare dai due comunicati, non è stata molto soddisfacente per la Casa Bianca. Quello del Cremlino è parecchio più lungo, ma a parte il cessate il fuoco relativo alle infrastrutture energetiche, non c’è molto di significativo. Putin ripete le sue posizioni massimalistiche, come la fine degli aiuti militari e di intelligence a Zelensky.
Considerando che Trump aveva già in mano l’accordo sulla tregua con l’Ucraina, probabilmente si aspettava di convincerlo. Ma non si capisce usando quale leva, a parte cedere Kiev. Al capo del Cremlino non interessa poi così tanto mettere fine alla carneficina […] L’economia e la società russa sono sotto pressione, ma il presidente americano non sembra intenzionato a sfruttare queste difficoltà a suo vantaggio. Quello in corso sembra più che altro un negoziato personale».
Quindi Putin ha bocciato la proposta di tregua di Trump, ma senza dirgli no, guadagnando il tempo per continuare l’offensiva?
«Esatto».
Cosa significa il cessate il fuoco per l’energia?
«Buona domanda. Forse Putin vuole salvare le infrastrutture che ritiene saranno sue. Nessuna concessione invece sui massacri dei civili o le garanzie di sicurezza. Quanto al negoziato per la tregua nel Mar Nero, serve solo ai russi, perché in quel teatro gli ucraini li stanno battendo, demolendo la flotta di Mosca».
Cosa si aspetta ora, un nuovo incontro tipo Helsinki?
«È possibile, escludendo l’Europa. È una guerra europea e in gioco c’è la sicurezza del continente, ma gli europei sono esclusi. Stiamo tornando a scenari da Prima guerra mondiale […] per la volontà di rilanciare i rapporti di forza tra grandi potenze».
Se fosse ancora alla Casa Bianca, cosa suggerirebbe a Trump?
«Che questa strategia non è nell’interesse suo e degli Stati Uniti. Capisco e condivido la sua volontà di migliorare le relazioni con la Russia e prevenire i conflitti nucleari, Ma il modo di riuscirci non è questo. Però lui non lo capisce, e non ha nessuno vicino disposto a dirglielo». «Questa sarà l’ultima guerra in cui Washington farà da garante per l’Europa, il sistema di sicurezza basato sulla presenza americana è finito».
Come dovrebbero reagire gli europei?
«Sull’Ucraina, sono l’unica possibile resistenza alla svendita di Kiev e dell’intero continente. Devono rialzare la testa, come Unione ».
(da agenzie)
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