“LA TURCHIA FA AFFARI CON IL PETROLIO DELL’ISIS”: L’ACCUSA DI MEDVEDEV A ERDOGAN
IL PREMIER RUSSO CONDANNA “INGIUSTIFICABILE ESCALATION NATO” E “INTERESSI FINANZIARI TURCHI”
Resta altissima la tensione tra Mosca e Ankara all’indomani dell’abbattimento – da parte della Turchia – di un jet da guerra russo al confine siriano.
Questa mattina la Russia ha parlato apertamente di una “pericolosa escalation con la Nato”.
“Le azioni sconsiderate e criminali delle autorità turche hanno causato una pericolosa escalation nelle relazioni tra Russia e Nato, che non è giustificabile da alcun interesse, nemmeno dalla protezione dei confini statali”, ha dichiarato il premier russo Dmitry Medvedev da Lekaterinburg.
Secondo Mosca, con le sue azioni “la Turchia ha dimostrato di proteggere i militanti dell’Isis”.
“Questo non sorprende – ha aggiunto Medvedev – considerando le informazioni [in nostro possesso] sugli interessi finanziari diretti di certi dirigenti turchi nella fornitura di prodotti petroliferi realizzati dagli impianti dell’Isis”.
In una telefonata con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il presidente americano Barack Obama ha provato a calmare le acque.
Obama, infatti, ha sì espresso “il sostegno di Usa e Nato al diritto della Turchia di difendere la sua sovranità “, ma al tempo stesso ha sottolineato la necessità di una de-escalation delle tensioni con la Russia. Un messaggio che Erdogan, almeno a parole, sembra aver recepito.
La Turchia – ha infatti assicurato Erdogan – vuole evitare qualunque escalation di dissapori con la Russia.
“Non abbiamo assolutamente alcuna intenzione di provocare una escalation dopo questa vicenda”, ha detto il leader turco parlando a un forum di paesi musulmani riunito a Istanbul. “Difendiamo solamente la nostra sicurezza e i diritti del nostro popolo”, ha aggiunto, precisando che alcune parti del jet russo abbattuto ieri dagli F-16 di Ankara sono cadute in territorio turco, ferendo due persone.
Mosca, però, continua a insistere sulle “conseguenze” di quella che considera a tutti gli effetti “una pugnalata alle spalle”.
Stamattina il presidente Vladimir Putin è tornato a sconsigliare i viaggi in Turchia. Dopo l’abbattimento del caccia – ha dichiarato – “non possiamo escludere altri incidenti e i nostri connazionali possono ritrovarsi in situazione di pericolo”.
Il premier russo ha elencato, tra le possibili conseguenze dell’abbattimento del jet, la cancellazione di alcuni importanti progetti con la Turchia.
Secondo Medvedev, alcune compagnie turche potrebbero perdere partecipazioni sul mercato russo. Per questo “il ministero degli Esteri fa bene a sconsigliare i viaggi in Turchia […]. Siamo costretti a prendere tale misura”.
Con l’abbattimento del jet russo – ha rincarato Medvedev- “le lunghe relazioni di buon vicinato tra Russia e Turchia sono state minate”.
Le “conseguenze dirette” potrebbero essere “la rinuncia a una serie di importanti progetti comuni e la perdita di posizione nel mercato russo da parte delle compagnie turche. “Le lunghe relazioni di buon vicinato tra Russia e Turchia sono state minate, in particolare nella sfera economica e umanitaria” e “questo danno sarà duro da riparare”, ha osservato il capo del governo russo.
Le aziende turche sono molto presenti nel mercato russo, in particolare nell’ortofrutta, nei beni di consumo, nell’edilizia. Quanto ai progetti comuni, si spazia dalla costruzione di una centrale nucleare al gasdotto Turkish Stream.
(da “Huffingtonpost“)
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