LA VECCHIAIA DORATA DELLA CASTA: POCHI ANNI IN PARLAMENTO E TANTA PENSIONE
BABY PENSIONATI A RITMO CONTINUO, C’E’ CHI E’ ANDATO IN PENSIONE A 42 ANNI CON 8.455 EURO AL MESE…PER 68 GIORNI AL SENATO C’E’ CHI PRENDE 3.108 EURO AL MESE…CHI PER UN GIORNO PERCEPISCE UNA PENSIONE DI 1.733 EURO NETTI AL MESE….ECCO QUALCHE NOME
Mentre il governo e il parlamento si scervellano per capire come e dove tagliare la spesa pensionistica per recuperare risorse da destinare al welfare e al rilancio dell’economia, c’è qualcuno che sperpera, incurante dei conti degli istituti previdenziali.
Il paradosso è che a mangiarsi i conti pubblici sono gli ex colleghi di quelli che oggi promettono riforme pensionistiche agli italiani.
Lo sperpero più imbarazzante arriva, infatti, proprio dal Parlamento che continua a sfornare baby pensionati a ritmi industriali.
A riproporre una selezione di nomi noti e no ci ha pensato il quotidiano Affari Italiani.
Ricordiamo che la vecchia legge per gli eletti prima del 1997, prevede che un parlamentare possa andare in pensione a 60 anni se ha fatto almeno una legislatura, anche se non è durata 5 anni.
Il che significa che grazie allo scioglimento anticipato delle Camere e al versamento volontario dei contributi, l’età si abbassa fino all’inverosimile.
L’ex onorevole della Rete, Giuseppe Gambale, entrato a 28 anni nel 1992, è andato in pensione nel 2006 a 42 anni. Ora prende 8.455 euro al mese, malgrado sia stato colpito recentemente da un provvedimento di custodia cautelare, accusato di corruzione, abuso d’ufficio e associazione a delinquere per l’inchiesta sulla tangentopoli napoletana.
Appena 3.108 euro si porta invece a casa il banchiere varesino Giovanni Valcavi dal 1992: volete sapere quanti giorni è rimasto al Senato? 68, poi si dovette dimettere per incompatibilità .
C’e’ poi il caso di 4 parlamentari radicali, si tratta di Angelo Pezzana, Piero Graveri, Luca Boneschi e Renè Andreani. I 4 percepiscono una pensione di 1.733 euro netti al mese per essere stati in servizio un solo giorno.
Per protesta si dimisero lo stesso giorno della loro proclamazione ma l’assegnuccio lo riscuotono. Tra i mantenuti dallo Stato “borghese” non va dimenticato Toni Negri, il leader di Potere Operaio che nel 1983 era detenuto per associazione sovversiva e insurrezione armata contro lo Stato. Candidato da Pannella nei radicali ora prende 3.108 euro al mese da quello Stato contro cui combatteva armi in pugno.
Il tutto per aver retto la carica per 64 giorni e 9 sedute…
Ottenuta l’immunità parlamentare, Toni Negri, temendo che il Parlamento potesse concedere l’autorizzazione a procedere contro di lui, si diede alla latitanza in Francia. Ma dal 1993 riceve l’assegnino, compiuti i 60 anni.
Ultimamente si sono aggiunti ai baby pensionati d’oro anche Antonio Martuscello di Forza Italia alla soglia dei 46 anni, che intasca 7.959 euro a fronte di 4 mandati.
Lo stesso per Rino Piscitello del Pd, 47 anni, 4 mandati, 7.959 euro.
Stessa cifra per Enrico Boselli, 51 anni, e Oliviero Diliberto, 52 anni. Per chiudere con Pecoraro Scanio, entrato alla Camera nel 1992 e che oggi si becca, a 49 anni, la bellezza di 8.836 euro al mese.
Tutto alla faccia della crisi.
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