LA VILLA IN TOSCANA E LE PISTE DA SCI PRIVATE: UN MILIONE DI DOLLARI RUBATI AL POPOLO RUSSO
LE PROPRIETA’ INTESTATE A PRESTANOMI SIA IN RUSSIA CHE ALL’ESTERO DEL PREMIER MEDVEDEV… E PUTIN AVREBBE PORTATO ALL’ESTERO 40 MILIARDI
Da esperto frequentatore di tribunali e catasto, Aleksej Navalny ha spulciato i registri pubblici per ottenere informazioni su quello che ha definito il patrimonio nascosto del primo ministro Dmitrij Medvedev: 1,2 miliardi di dollari.
Poi, essendo pratico di tecnologia, ha usato i droni per filmare le impenetrabili ville e dacie guardate dagli uomini dei servizi segreti.
Nulla riconducibile direttamente al premier, ma intestato a amici fidati, molti dei quali ex compagni di scuola divenuti misteriosamente ricchissimi.
Dalla dacia con piscina, tre eliporti, pista da sci privata e stagno pieno di papere, a vigneti in Russia e a una tenuta in Toscana.
In questo caso si tratta di una rinomata villa e azienda vinicola nel Chianti, l’Aiola. I 36 ettari di vigneti furono un tempo di proprietà del segretario del Pli, Giovanni Malagodi. Poi, nel 2012, gli eredi la cedettero a dei misteriosi russi che in zona non si vedono quasi mai.
La tenuta produce centomila bottiglie l’anno di Chianti classico e, secondo il sito Internet, può essere visitata su prenotazione. La villa è invece blindatissima.
Come spesso avviene in questi casi, sarebbero coinvolti cognati e altri parenti.
In più Navalny è riuscito a trovare alcuni collegamenti inusuali.
Una vasta azienda agricola nella regione di Kursk e i vigneti russi fanno capo a una società diretta da un certo Vladimir Dyachenko.
La fondazione anticorruzione di Navalny ha scoperto che a questo Dyachenko sono state spedite da vari negozi online scarpe da jogging e camicie che poi sono comparse addosso a Medvedev in foto ufficiali.
In alcuni casi, inoltre, il primo ministro avrebbe postato foto scattate in proprietà che ufficialmente non gli appartengono ma dove lui invece passa a volte del tempo.
Gran parte dei quattrini sarebbe arrivata attraverso donazioni a varie fondazioni effettuate da oligarchi che avrebbero tutto l’interesse a tenersi buono il premier.
E poi prestiti a fondo perduto erogati da banche statali o parastatali.
L’ufficio del premier ha naturalmente smentito tutto, Come ha fatto il Cremlino ogni volta che si è parlato del tesoro da 40 miliardi di dollari di Vladimir Putin.
Fabrizio Dragosei
(da “Il Corriere della Sera”)
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