L’ADDIO DI FINI ALLA POLITICA E LA “COSA DI DESTRA” CHE PERSEGUE QUALCHE CAPORALE DI FLI
MA PRIMA QUALCUNO SPIEGHI CHE FINE FARANNO I SOLDI DELLA FONDAZIONE AN E DEL PATTO ELETTORALE CON MONTI
Tra un paio di giorni, l’8 maggio, Fini ha deciso di convocare l’assemblea di quello che rimane di Futuro e Libertà : sarà quella l’occasione, dopo aver a lungo meditato, in cui comunicherà il suo addio alla politica.
C’è chi parla di un unico commissario per gestire gli affari contabili correnti (una sorta di liquidatore), chi invece ipotizza una reggenza a cura di un triumvirato con l’obiettivo di mantenere in vita formalmente Fli in attesa di “sistemarsi” al meglio.
Quello che è certo è che Fini non condivide quel progetto di destra che alcuni dei suoi vogliono perseguire.
Riportiamo la sua dichiarazione: “I miei dirigenti vogliono trattare con i colonnelli dell’ex An. Io non mi metto di traverso, ma questa non è la mia strada. Con me nessuna ricomposizione è possibile, nè posso essere l’uomo della riappacificazione. Il mio progetto di destra non è compatibile con quello di Berlusconi”.
Parole che se da un lato dimostrano la coerenza dell’uomo Gianfranco Fini, dall’altro rivelano come le cause della sconfitta elettorale possano anche essere individuate nella scarsa coesione umana e politica della sua classe dirigente.
E’ bastato il “rompete le righe” perchè non vi fosse più un progetto di riferimento, ma solo il tentativo di accasarsi altrove o di “trattare con il nemico”, vantando ancora una minima struttura e relativa percentuale elettorale.
Potremmo postare decine di nobili riferimenti ai “valori di Bastia Umbra” declamati da personaggi che ora le cronache ci riportano, a livello locale e nazionale, come prossimi a rientrare “in caserma”.
Come dopo un sisma, eccoli correre all’impazzata: chi in direzione di chi vuole fermare il loro declino, chi riscopre l’indirizzo nostalgico, chi si rifugia nelle scelte ciniche, chi vanta di avere una vecchia liaison con la sorella d’Italia.
I temi chiave di Fli per cui si erano in apparenza battuti (legalità , diritti civili, cittadinanza, giustizia sociale) vengono venduti ai ferri vecchi, nel timore che possano trovarglieli in casa.
Nessun stupore: come avevano votato per affogare gli immigrati con Silvio e Bobo, possono tornare a farlo senza pudore.
Ma una domanda ci poniamo: non è che qualcuno si stia muovendo anche per mantenere un piede sul tesoretto della Fondazione An, in attesa di un accordo con gli ex nemici, magari domani nuovamente alleati?
Una transazione amichevole, si sa, apre tante porte.
A quanto ammontano i debiti di Fli?
E a che cifra ammonta la percentuale che il partito di Monti deve destinare a Fli, in base a un preciso accordo, dei rimborsi elettorali complessivi che percepirà ?
Tutti piccoli dettagli che forse andrebbero resi pubblici, così come i progetti in fieri di alcuni ex massimi dirigenti che praticano la respirazione bocca a bocca ai pochi militanti rimasti per accreditarsi un domani magari come capisala al servizio di qualche “consorella”.
Chi vivrà , ne vedrà delle belle.
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