LANDINI SFIDA IL GOVERNO: SABATO NON PIU’ IN PIAZZA DEL POPOLO MA NELLA PIU’ CAPIENTE PIAZZA SAN GIOVANNI
PRESENTI ANCHE CISL E UIL PER LA PRIMA USCITA DEL LEADER SINDACALE, TEMUTO DAI GIALLOVERDI PER IL SUO CARISMA
#Futuro al lavoro la parola d’ordine coniata per sabato, a Roma. A piazza San Giovanni, con Cgil, Cisl, Uil.
La sorpresa, se così si può dire, è proprio il luogo (location per essere à la page), dalla scelta iniziale piazza del Popolo si è passati a San Giovanni, sede storica del movimento sindacale: «La decisione — si dice dalle tre confederazioni — è stata presa per la necessità di trovare una piazza più capiente vista la grande adesione prevista».
Il termometro di Cgil, Cisl, Uil sta segnando alta temperatura, una febbre che prelude positivamente alla portata della manifestazione. Inoltre attraversata, innanzitutto in termini di feeling diretto con i lavoratori, dall’esordio di Maurizio Landini in quanto segretario generale della Cgil.
Ancora, altro motivo decisivo, il recuperato «spirito unitario» tra Cgil, Cisl, Uil. Che si ripropongano insieme, un fatto che nella memoria riporta al cd del 23 giugno del 2013. Tema al centro dell’impegno di sabato, lo stato della «merce lavoro» nel nostro Paese. Argomento desueto, tramontato, per ciò una sfida che traguarda San Giovanni e sulla quale i sindacati confederali stanno costruendo le fondamenta d’un divenire diverso, aderente alle mutate condizioni economiche, produttive e sociali
Condizioni nel Paese e sostanzialmente equivalenti nel nostro continente.
Stamattina, ad Agorà , su Raitre, Maurizio Landini ha anticipato l’appuntamento dei sindacati europei il 26 aprile a Bruxelles. Cambiare l’Europa e le politiche comunitarie si può. Non solo vincoli e restrizioni. Incompatibili con lo spirito dell’Unione sono anche le scelte dell’Ungheria di Viktor Orbà¡n, le 400 ore di straordinario obbligatorie retribuite quando fa comodo ai padroni
Si nota, nella traccia delle rivendicazioni indirizzate all’esecutivo della Comunità , l’intreccio tra i temi degli Stati nazionali con quelli continentali. Intanto, una politica fiscale comune e un bilancio pubblico europeo, finanziato appunto da risorse proprie e non da trasferimenti degli Stati.
Come per i redditi da lavoro, unici sottoposti a tassazione progressiva, l’Europa dovrebbe poter tassare gli altri redditi in misura coerente per garantire uno Stato sociale europeo, ripartito tra i membri dell’area euro.
Passando attraverso il contrasto dei 7 paradisi fiscali che ospita al proprio interno.
Altro capitolo, il lavoro. Non come e quale che sia. Ma legato a una politica sui prodotti e alla creatività .
L’Italia industriale vive una crisi nella crisi perchè è l’Europa a non passare un buon momento. Riverberando gli effetti sulle retribuzioni e sulle condizioni di vita. Tutto va rimesso in discussione.
«La legge di bilancio — scrivono i sindacati confederali nel documento che accompagna la manifestazione di Roma —, ha lasciato irrisolte molte questioni fondamentali per lo sviluppo del Paese a partire dai temi del lavoro, delle pensioni, del fisco, degli investimenti per le infrastrutture, delle politiche per i giovani, per le donne e per il Mezzogiorno. Temi sui quali Cgil, Cisl e Uil hanno avanzato indicazioni e proposte credibili e realizzabili che non hanno trovato riscontro nella legge di stabilità avanzata dal governo.
«Centinaia le assemblee su tutto il territorio nazionale — precisano le confederazioni —, all’interno delle quali il consenso è stato pressochè unanime e ha rappresentato un primo importante momento di favore con i lavoratori e i pensionati italiani sul documento consegnato a dicembre al presidente del Consiglio che si era impegnato a dare continuità al confronto, mai avvenuto, su alcuni capitoli indicati dal sindacato».
L’impegno auto-ignorato dal premier è stato accompagnato dal coretto augurante il fallimento dell’iniziativa della maggioranza.
In particolare, senza un perchè, da annotare l’irritazione del movimento 5stelle, di Luigi Di Maio in prima persona, contro Maurizio Landini, designato principale avversario. Vien da pensare che, nell’intimo, il vicepresidente voglia imputare al segretario della Cgil l’assenza di ambiguità come si addice ai leader.
In realtà , sia M5s che Lega appaiono preoccupati per il probabile sold out di piazza San Giovanni, che le decine di migliaia di lavoratori, pensionati, disoccupati, studenti possano far scendere i sondaggi favorevoli alla pièce «Anno bellissimo» di Peppino Conte.
Sarebbe il primo colpo negativo e non previsto per la «recita» dei partiti di governo.
(da Globalist)
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